Per celebrare i cinquecento anni dalla nascita di Lelio Orsi (Novellara 1511 – 1587), una delle maggiori personalità artistiche del Cinquecento emiliano, che fu artista alla corte dei Gonzaga di Novellara, il Comune, in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia e la Soprintendenza BSAE di Modena e Reggio Emilia ha organizzato una giornata di studi che si svolgerà il 19 novembre nel Teatro della Rocca.
Si inizierà alle ore 10.00 con i saluti delle autorità che saranno seguiti alle ore 11.00 da diversi interventi di storici dell’arte che si confronteranno ed analizzeranno la figura poliedrica dell’artista che per Novellara fu pittore, disegnatore, scenografo ed architetto.
La conclusione dei lavori è prevista per le ore 17,30 con la visita al Museo Gonzaga dove sarà esposto, per gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Artistici di Modena e Reggio Emilia, il “Ratto di Ganimede” affresco staccato nel 1845 da un camerino della Rocca.
Domenica 20 saranno organizzate visite guidate ai luoghi orsiani di Novellara a partire dalle ore 10.30 quando la direttrice del Museo eseguirà una visita guidata al Museo Gonzaga. Alle ore 15.00 lo storico d’arte Umberto Nobili guiderà alla visita del Casino di Sopra, villa di campagna e luogo di svago, rappresentanza e centro di produzione agricola della famiglia Gonzaga nella quale Lelio Orsi decorò la sala centrale, il più vasto e articolato progetto decorativo, ora esposto presso il Museo Gonzaga, in deposito dalla Soprintendenza per i Beni Artistici di Modena e Reggio Emilia. Per le visite è necessaria la prenotazione presso la Biblioteca comunale allo 0522-655419.
La Novellara rinascimentale è rimasta profondamente segnata dall’impronta di questo artista manierista che ha elaborato il disegno per il centro storico con le case porticate che si affacciano sulla piazza ed ha progettato e decorato diversi edifici su commissione dei Gonzaga.
Il programma della giornata di studi “Orsi a Novellara” di sabato 19 novembre:
Ore 10.00 Saluti delle autorità
Raul Daoli, Sindaco del Comune di Novellara; Mirko Tutino, Assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Emilia; Stefano Casciu, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia; Paolo Santachiara, Assessore alla Cultura del Comune di Novellara
Ore 11,00 Interventi
Presiede Claudio Strinati, Ministero Beni Culturali, Roma;
Angelo Mazza, Ispettore onorario per i beni storici e artistici nel territorio dell’Emilia-Romagna: Cicli decorativi e decorazione nelle piccole corti e nelle residenze padane
Massimo Pirondini, Storico dell’arte, Reggio Emilia: Lelio Orsi e gli acquisti del Museo Gonzaga di Novellara
Maria Cristina Costa, Architetto, Reggio Emilia: Castello Querciola e un’opera giovanile di Lelio Orsi
Gianluca Cristoforetti, Architetto, Faenza: Progetto dello spazio pubblico dal Rinascimento ad oggi
Walter Baricchi, Presidente del Club Unesco di Reggio Emilia: Rinascimento urbano nelle piccole capitali padane
Ore 13,00 Buffet
Ore 13,30 Visita alla Piazza di Novellara
Ore 15,00
Pier Luigi Carofano, Scuola di specializzazione in Storia delle Arti Università di Siena: Correggio o Lelio Orsi? Precisioni intorno ad una nuova versione del Cristo nell’Orto degli Ulivi
Alessandra Bigi Iotti, Storica dell’arte, Reggio Emilia: “un maistro che si accorda benissimo all’oppenion di Messer Lelio”. Pietro Motta e il giovane Raffaellino da Reggio alla corte di Novellara
Antonio Vannugli, Università per Stranieri di Perugia: L’ Oratorio del Gonfalone a Roma: stato degli studi e nuove proposte
Giulio Zavatta, Università di Verona: Pompeo Pedemonte, Giulio Rubone e Raffaellino da Reggio nel cantiere della Sala del Fico a Novellara
Emilio Negro, Storico dell’arte, Bologna: Prospero Clemente: un’inedita Madonna col Bambino e un disegno
Marco Ciampolini, Accademia di Belle Arti di Carrara: Il Cinquecento emiliano nelle collezioni senesi
A seguire visita al Museo Gonzaga dove in occasione del cinquecentenario sarà esposto, per gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia il “Ratto di Ganimede”.