In mattinata a Parma, al “Centro antiviolenza” di vicolo Grossardi 8; nel pomeriggio a Bologna, nella sede della “Casa delle donne per non subire violenza” di via dell’Oro 3: in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, alcuni consiglieri regionali della commissione Pari opportunità hanno visitato due dei dieci luoghi attivi in Emilia-Romagna sul fronte del sostegno alle donne che subiscono violenza all’interno di una relazione affettiva, per lo più dentro le mura domestiche.
Fra gennaio e ottobre, 2.256 donne di questa regione si sono rivolte ai centri per chiedere aiuto, 1.998 hanno denunciato di aver subito violenza (1.189 italiane, 800 straniere, pari al 40%). Nel rivolgersi a queste strutture, le donne denunciano violenze psicologiche ed economiche, fisiche (66% dei casi) e sessuali (16%). Il numero dei casi denunciati aumenta costantemente: le operatrici dei Centri affermano trattarsi della crescita di una consapevolezza da parte delle donne, che scelgono di uscire dal silenzio. Solo a Bologna, nell’ultimo anno sono state ‘accolte’ più di 500 telefonate, spesso sollecitate dai servizi sociali del Comune, a cui hanno fatto seguito 300 colloqui diretti (nel 78% dei casi si tratta di donne con figli); l’appuntamento in sede non viene sollecitato, avviene solo su richiesta delle vittime.
La “Casa delle donne” ha sede in via dell’Oro dal 2000; la prima sede, vent’anni fa, era in via Capramozza, poi c’è stato il trasferimento in via de’ Poeti, e successivamente in vicolo Borchetta. Attualmente, la Casa gestisce tre appartamenti con indirizzi segreti, messi a disposizione dalla Provincia, quattro “alloggi di transizione” e un appartamento riservato a ragazze sfuggite alla prostituzione (questi alloggi sono forniti dal Comune). In un anno, questa ospitalità trova soluzione a 20-25 casi familiari; l’accoglienza può protrarsi fino a 6-8 mesi, quando sono coinvolti bambini che devono concludere l’anno scolastico. Case e Centri forniscono, inoltre, un sostegno psicologico e una rete di consulenza legale. Denunciare il coniuge (o il fidanzato) all’autorità giudiziaria non assicura alcune protezione alla vittima. Perciò, molto più spesso si sceglie la strada del cosiddetto “ordine di protezione”: il legale può chiedere il temporaneo allontanamento del responsabile delle violenze da casa e dai luoghi frequentati da moglie e figli. Nella “Casa” è attivo anche uno “sportello lavoro”, che con grandi difficoltà cerca di aiutare le donne a garantirsi un’autonomia dalla famiglia di provenienza. Un percorso di accompagnamento fuori dalla violenza che necessita della collaborazione delle strutture pubbliche.
Le operatrici della “Casa delle donne” di Bologna hanno poi sottolineato come siano in crescita i casi di violenza fra adolescenti, nonché quelli di ragazze appena maggiorenni che chiedono aiuto per non sottostare a richieste delle famiglie legate a motivi religiosi o culturali. Fra i materiali finalizzati a sviluppare campagne di sensibilizzazione, una carta dei servizi, una sintetica brochure in 5 lingue, diffusa all’interno dei consultori, una newsletter spedita a oltre 2.500 indirizzi, il festival “Limite di sopportazione”, attualmente in corso: dall’8 novembre al 3 dicembre, il festival si sviluppa in 40 eventi gratuiti, fra teatro, presentazioni di libri, film e mostre. Le operatrici segnalano con soddisfazione di essere spesso coinvolte nelle attività autogestite dagli studenti, sempre più interessati, per esempio, allo studio degli stereotipi di genere.
Nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è parso che il modo migliore di celebrarla fosse di incontrare le persone che contrastano la violenza di genere ogni giorno, che ne conoscono le dinamiche e le ragioni, dunque hanno titolo più di altri a proporre le soluzioni possibili; un modo nuovo di fare politica nelle istituzioni, fatto di prossimità, ascolto e relazione costante con chi opera sul territorio: è la sintesi di quanto affermato dalla presidente della commissione, Roberta Mori.
Insieme alla presidente erano presenti a Parma Gabriele Ferrari e Rita Moriconi; a Bologna, Thomas Casadei, Palma Costi e Paola Marani. Ad accoglierli, varie operatrici e volontarie che operano nelle due sedi, e le rispettive presidenti, Samuela Frigeri e Susanna Bianconi.