Unione universitaria farà ricorso all’Ateneo di Modena e Reggio Emilia. Nei giorni scorsi abbiamo dato mandato all’Avvocato per procedere in tale direzione. Per Legge il contributo richiesto agli studenti deve rimanere al di sotto del 20% del finanziamento statale rivolto all’ateneo (rapporto FFO/tasse studenti). Questa legge, almeno fino ad oggi, ci ha tutelato da aumenti eccessivi delle tasse universitarie.
In questi tre anni ci siamo trovati davanti ad una progressiva riduzione dell’FFO (fondo di finanziamento ordinario) con un corrispettivo aumento delle tasse universitarie che ha portato ad oltrepassare il tetto vincolante del 20%, finendo fuorilegge. Sembrava che i tagli della Gelmini non fossero reali, come se tutta la protesta studentesca fosse stata solo faziosa.
Oggi, a distanza di tre anni, si iniziano a presagire le terribili conseguenze, con la realizzazione di un intento politico che ai nostri occhi è sempre stato molto chiaro: un progressivo disimpegno dello Stato dall’Università pubblica, spostando attenzioni e risorse verso il privato e costringendo le università a finanziarsi primariamente attraverso il contributo degli utenti ovvero gli studenti, calpestando una Legge dello Stato e la stessa Costituzione italiana (limitando, di fatto, la possibilità di accedere ai livelli più alti d’istruzione).
Nel bilancio 2011 lo sforamento del nostro Ateneo era intorno ai 6 milioni di euro (26% del rapporto) mentre nella ultima previsione di bilancio 2012 approvata recentemente dal Cda (con voto contrario dei nostri rappresentanti) è diventato circa di 7-8 milioni di euro (29%).
Il Rettore si è giustificato dicendo che la quota in esubero è necessaria per garantire i servizi agli studenti, ben conscio che la legge sul 20% sia vincolante e non indicativa, e che quindi in quel 20% è previsto anche il contributo per i servizi: si vuole, quindi, far passare questo ormai famoso tetto del 20% come il minimo della contribuzione richiesta agli studenti (quando invece dovrebbe essere il massimo) e la quota in esubero come la somma necessaria per garantire i servizi. Con la scusa dei servizi ci si sente autorizzati a sforare di diversi milioni di euro, e il rischio concreto è che in futuro lo sforamento sia sempre maggiore.
Fare ricorso, quindi, è un atto dovuto, poiché è stato chiesto agli studenti e alle loro famiglie di sopperire a ciò che lo Stato ha tagliato, consapevoli, Ministro e Rettori, che la Legge italiana non lo consentiva.
Il nostro obiettivo facendo ricorso in tutti gli atenei d’Italia fuorilegge è quello di mandare un messaggio politico forte a Roma: bisogna investire di più in Università e Ricerca. Comprendiamo la dura situazione in cui perversano le università italiane, ma è proprio perché desideriamo un maggiore investimento da parte dello Stato nell’Università e nella Ricerca pubblica che faremo ricorso.
Faremo ricorso, infine, con un atteggiamento costruttivo perché l’obiettivo è migliorare il nostro Ateneo: se ci sarà la volontà, anche da parte del Rettore, è nostro desiderio aprire un tavolo tecnico di confronto serio in cui analizzare nuove forme di finanziamento per l’Ateneo, esterne e alternative agli studenti, in modo da rientrare nei limiti di Legge il prossimo anno, per far ridurre la tassazione studentesca e per evitare che in futuro le tasse possano raggiungere livelli incontrollati. Una volta sforato il tetto del 20%, infatti, senza una opposizione adeguata a questo modello di università, nulla vieta che in futuro si arrivi a percentuali ben più alte del 29% attuale.
Lo facciamo per gli studenti di oggi e soprattutto per gli studenti di domani.
(Associazione Unione Universitaria Modena)
Nella foto un banchetto informativo, presso la Biblioteca Scientifica Interdipartimentale