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Domiciliari a Schettino, Procura farà ricorso: potrebbe fuggire

(Adnkronos) – La Procura di Grosseto è intenzionata a far ricorso contro il provvedimento del gip Valeria Montesarchio, che ieri non ha convalidato il fermo in carcere per il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, disponendo gli arresti domiciliari, che l’uomo sta scontando nella sua casa di Meta di Sorrento (Napoli). ”Leggeremo le ragioni del gip – ha detto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio – Credo che l’ufficio farà ricorso avverso a questo provvedimento. Vedremo cosa deciderà il Tribunale della libertà”. ”E’ possibile”, secondo il procuratore capo, che il comandante ”possa fuggire dagli arresti domiciliari”. ”Per la sua personalità e per i reati che gli vengono contestati” sarebbe stato necessario che Schettino fosse rimasto in carcere, sostiene il procuratore, perché ”non vorremmo che possa sottrarsi alle sue responsabilità” stando ai domiciliari. Non solo. Schettino potrebbe ”inficiare l’attività istruttoria” mantenendo ”contatti con persone della catena di comando”. Il procuratore capo di Grosseto ha anche detto che il test tossicologico su Schettino è stato disposto perché ”immaginavamo che fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”.Verusio ha spiegato inoltre che i pm stanno indagando sulla ”catena di comando” della Costa Concordia, per ”raccogliere e verificare la responsabilità di qualche altro ufficiale” nel mancato coordinamento delle operazioni di evacuazione dei passeggeri.A carico di Schettino, nell’ordinanza del gip di Grosseto si rileva un “eccessivo avvicinamento all’isola” con una “manovra sconsiderata”. Schettino, poi, ”rimase fermo sulla scogliera dell’Isola del Giglio dove era approdato a bordo di una Lancia” dopo il naufragio, e ”guardava la nave affondare in balia del tragico evento che stava verificandosi”. Né avrebbe fatto alcun ”tentativo serio di tornare almeno in prossimità della nave”. ”E’ evidente e indiscutibile la grave imprudenza e imperizia” con cui ha agito il comandante Schettino, scrive ancora il gip che definisce la manovra di emergenza compiuta dopo l’impatto della nave con gli scogli come un ”atto dovuto per limitare il più possibile le conseguenze tragiche del naufragio”. ”Ricordando quella manovra nei dettagli – si legge nell’ordinanza – Schettino afferma di essere un ‘bravo comandante”’. E durante la sua permanenza nella caserma dei carabinieri di Orbetello, si legge ancora nell’ordinanza, il comandante ha fatto dichiarazioni “circa la sua intenzione di cambiar vita e non salire più sulle navi”.

Il gip disponendo la misura degli arresti domiciliari ha stabilito anche il ”divieto assoluto di allontanarsi e di comunicare con qualunque mezzo con persone diverse dai suoi conviventi”. E ha ribadito ”l’assenza del pericolo di fuga”.Intanto, intorno alle 3 di questa notte, Schettino ha fatto ritorno nella sua casa di vico San Cristoforo a Meta di Sorrento. A salutare il suo arrivo alcuni dei suoi più stretti amici. A loro, il comandante avrebbe detto: “Ho fatto il mio dovere, non è vero che sono scappato”. Ha ammesso però di aver “commesso un errore”, presumibilmente riferendosi al cosiddetto ‘inchino’ che ha portato la nave troppo vicina alle coste dell’Isola del Giglio. Maurilio Russo, cognato di Schettino, rivolge il suo “primo pensiero” alle ”famiglie delle vittime”. E aggiunge: ”Vogliamo la verità per loro e per noi”. “La sua carriera è rovinata”, osserva Russo che però non accetta di assistere “alla gogna mediatica”. Anche gli abitanti di Meta di Sorrento fanno quadrato intorno a Francesco Schettino. Per i metesi, il comandante ha fatto il suo dovere ed è “inaccettabile” la gogna mediatica che si è scatenata contro di lui, “bravissima persona, come tutta la sua famiglia”. “Umanamente lo hanno ucciso”, rimarca il parroco della Basilica Santa Maria del Lauro di Meta di Sorrento, don Gennaro Starita.

















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