L’incontro del 17/01 tra Governo e Regioni non ha modificato la pesante riduzione dei servizi introdotta da Trenitalia dall’11 dicembre scorso, demandando eventuali decisioni ad uno specifico “tavolo di approfondimento”. Con la “rimodulazione” dell’offerta della Lunga Percorrenza gli EurostarCity, Intercity ed IntercityNotte dell’Emilia-Romagna hanno subito una riduzione media del 30%, con un picco del 40% sulla direttrice Bologna-Piacenza-Milano. Una riduzione complessiva di 27 collegamenti su diverse direttrici, aggravate dalla scelta di terminare a Bologna i servizi notturni provenienti dalla linea Adriatica:
Nella stessa occasione, sono stati tagliati tutti i collegamenti Milano-Bologna dopo le 20,20 e fino alle 6 del mattino, con gravi difficoltà di rientro dei pendolari verso la direttrice della via Emilia. Una vera e propria interruzione di servizio, non osteggiata a sufficienza dalle Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna. All’inverso, sui ridotti collegamenti del mattino verso Milano sono state soppresse fermate indispensabili per i pendolari, come le precedenti fermate a Rogoredo.
Per rispondere alle proteste degli utenti per la soppressione di fermate e treni EurostarCity nella tratta Rimini-Bologna, sono state inserite 3 coppie di IntercityNotte (Lecce-Bologna). Una soluzione che si è dimostrata insoddisfacente per la scarsa disponibilità di posti e l’inadeguatezza di questi treni per il servizio richiesto.
Nel motivare i provvedimenti che hanno limitato gli IntercityNotte a Bologna, Trenitalia ha affermato che questi treni devono viaggiare nella fascia oraria “realmente notturna”, con guadagno sui tempi di percorrenza e sulla qualità del servizio, a costi di poco superiori. In realtà Trenitalia ha prodotto soprattutto rincari e disservizi: tempi di percorrenza ancora maggiori, disagi causati da almeno un cambio di treno, tariffa integrata notte+AV introdotta a seguito delle proteste degli utenti comunque rincarata:
Dati di fatto che rendono esplicito il disegno di dirottare l’utenza verso i più remunerativi FrecciaRossa/Argento, incrementati in Emilia-Romagna del 20%. Una ulteriore saturazione della stazione di Bologna, sottodimensionata per effetto dei lavori di costruzione della nuova stazione AV in grave ritardo e destinata ad aggravarsi nei prossimi mesi con l’avvio del nuovo treno privato Italo/NTV. Un pessimo riconoscimento del ruolo di regione-cerniera del trasporto ferroviario, da troppi anni subalterna alle esigenze dall’Alta Velocità nata per far viaggiare più velocemente gli italiani, purtroppo spesso a discapito degli utenti emiliano-romagnoli.
Federconsumatori condanna la scelta del Gruppo FS, società a capitale interamente pubblico, di dismettere progressivamente per “insostenibilità economica” servizi indispensabili per il 90% degli utenti ferroviari. Una preoccupante commistione di ruoli dove il gestore ferroviario “suggerisce” la destinazione delle risorse pubbliche e, di conseguenza, la politica dei trasporti.
Federconsumatori denuncia il perdurare della sudditanza del Sistema Ferroviario Regionale alle esigenze dei servizi AV, la vera “gallina dalle uova d’oro” per operatori pubblici e privati. Una predominanza che nega nei fatti l’esistenza di un sistema ferroviario complessivo e relega i restanti treni a mera sopravvivenza.
Federconsumatori ribadisce alla Regione Emilia-Romagna la richiesta del massimo impegno per il ripristino di collegamenti e fermate della Lunga Percorrenza e la loro riqualificazione, elementi necessari per garantire equilibrio ed efficienza all’intero sistema ferroviario regionale.