Biancospini, azzeruoli e le altre piante ornamentali del genere Crataegus non potranno essere piantati nel territorio dell’Emilia-Romagna fino al 31 dicembre 2007. A partire da oggi entra in vigore un provvedimento del Servizio fitosanitario regionale (Determinazione n. 18250 pubblicata sul B.U.R. n. 1 del 5 gennaio 2005) che proibisce per altri tre anni la messa a dimora di queste piante, prorogando un divieto che era già stato disposto nell’autunno 2001 e che aveva termine alla fine del 2004.
Lo stop ai biancospini è una misura che si è resa necessaria per limitare la diffusione del “colpo di fuoco batterico” nel territorio regionale. Le piante ornamentali appartenenti al genere Crataegus sono, infatti, particolarmente sensibili e possono diventare veicoli di diffusione del “Colpo di fuoco batterico”, la pericolosa malattia che colpisce soprattutto le coltivazioni di pero e melo.
Comparso nel territorio regionale nel 1994 , “il colpo di fuoco” ha arrecato notevoli danni alla produzione frutticola: in dieci anni sono state abbattute in Emilia-Romagna circa un milione di piante di pero, con perdite economiche per varie decine di milioni di Euro. L’abbattimento delle piante infette è una misura obbligatoria per contenere la diffusione dell’epidemia, contro la quale non esistono al momento mezzi di difesa. Oltre al pero, possono contrarre l’infezione anche melo, cotogno, nespolo e diverse Rosacee ornamentali. Molto sensibili alla malattia sono il biancospino e in generale le specie appartenenti al genere Crataegus, che d’altra parte, sono piante molto apprezzate per le loro caratteristiche estetiche e di rusticità, e nei nostri ambienti diventano spesso componenti essenziali negli interventi di rinaturalizzazione o di recupero di aree verdi, come pure nella realizzazione di piccoli e grandi giardini.
Negli ultimi anni, grazie anche all’attento controllo nelle aziende agricole, il “colpo di fuoco batterico” si è manifestato con minore gravità, sussiste comunque il rischio che la diffusione dei biancospini e di altre piante suscettibili aggravino questa situazione, anche per la difficoltà di tenere costantemente monitorate tutte le aree verdi pubbliche e private della regione.
Il Servizio fitosanitario della Regione ha pertanto deciso di vietare ancora per tre anni gli impianti su tutto il territorio regionale di tutte le specie appartenenti al genere Crataegus. Il divieto- è bene sottolinearlo – si riferisce esclusivamente ai nuovi impianti, è a scopo preventivo e interessa non solo vivaisti e progettisti di spazi verdi, ma anche tutti coloro che intendono allestire nuovi giardini, piantarvi siepi di biancospino o abbellirli con piante ornamentali di questa specie.
Saranno il Servizio fitosanitario, gli Enti locali (Province, Comuni e Comunità montane) e il Corpo Forestale dello Stato a vigilare sulla corretta applicazione del provvedimento. Per chi non rispetterà il divieto e non estirperà le piante entro i termini previsti dalla legge sono previste sanzioni da 200 a 1200 Euro, o di importo raddoppiato se a commettere la violazione è commessa saranno vivaisti o ditte professionalmente impegnate nella realizzazione o nella manutenzione di parchi o giardini.
Il testo della Determinazione n. 18250 e informazioni più dettagliate sul colpo di fuoco batterico sono reperibili su www.ermesagricoltura.it