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Oggi a San Lazzaro il convegno di ANAP e Confartigianato sul ruolo attivo degli anziani

Rendere il mondo degli anziani e della terza età più attivo e protagonista delle scelte politiche e sociali del nostro paese”. É un coro unanime quello che si leva dai relatori del convegno “Contro la rassegnazione, nuove scelte!”, la giornata di confronto e dibattito organizzata da ANAP e Confartigianato Emilia Romagna a San Lazzaro di Savena.

Una riflessione obbligata, alla luce dei dati emersi: in tutto il mondo l’Italia è il secondo paese più vecchio, dove la quota di over 65% supera il 20,2%. Le aspettative di vita, sempre più alte, prospettano un aumento di questo dato: secondo l’Eurostat, infine, l’Italia è la nazione europea con la maggiore incidenza sul Pil della spesa per pensioni, pari al 15,0%. Numeri importanti, cui non corrisponde un impegno maggiore nelle politiche sociali: questo ricade doppiamente sugli anziani, che da un alto dispongono di meno servizi, dall’altro si ritrovano ogni giorno a sostituire le lacune del welfare italiano, fungendo da ammortizzatori sociali. In quest’ottica, ANAP e Confartigianato hanno ribadito la necessità di promuovere una visione dell’anziano come elemento attivo e come potenziale “rivoluzionario” di cambiamento per la società.

Sull’anziano inteso come trasmettitore di esperienza e soggetto attivo nelle scelte nella società è intervenuto Giuseppe De Rita, Presidente Censis: “Viviamo in una fase di conclusione di due cicli, quello della soggettività estrema e della ceto-medizzazione, che hanno interessato la società italiana dagli anni 60 a oggi” ha precisato De Rita, ribadendo come questi due fenomeni abbiano portato ad un progressiva borghesizzazione della società. “Oggi assistiamo all’avvio di due nuovi cicli, che hanno alla base la ricerca del bene comune e la crescita della dimensione comunitaria e del vivere insieme bene. Gli anziani e gli artigiani possono giocare un ruolo importantissimo in questo passaggio, facendo da connettori e da trasmettitori dell’esperienza”.

Anche Gian Lauro Rossi, Presidente regionale ANAP, ha sottolineato il potenziale “rivoluzionario” della terza età: “Vogliamo essere protagonisti di una realtà sempre più difficile, affrontando in maniera realistica e progettuale le nuove difficoltà create dalle recenti manovre del governo Berlusconi prima e di quello Monti. Come ANAP e Confartigianato, dobbiamo lavorare su un fronte interno, affinché nelle nostre associazioni la dimensione sociale acquisti pari dignità con la dimensione imprenditoriale. Dall’altro punto di vista, dobbiamo essere presenti a livello della concertazione regionale per individuare terreni di confronti utili sui temi del welfare e ribadire tre fermi no: no al taglio dei servizi sociali e sanitari in forma indiscriminata, no agli aumenti delle tariffe o delle tasse di scopo, no agli sprechi clientelari o di casta. Bisogna ribadire la centralità della persona, delle famiglie e dei loro problemi”.

Parole riprese da Giampaolo Palazzi, Presidente Nazionale ANAP: “Dobbiamo cogliere questa crisi un’opportunità per realizzare quelle riforme strutturali che da tempo attendevamo e che ci consentiranno di diventar un paese davvero moderno ed efficace. Il nostro contributo, in questo senso, può essere sia sul versante formativo, grazie alla nostra esperienza, sia sul versante sindacale, con la partecipazione ai tavoli di concertazioni organizzati dagli enti, regioni e comuni, come portatori delle esigenze reali dei cittadini”.

Agire concretamente per rappresentare le istanze dei cittadini, all’insegna di politiche sociali che richiedono investimenti maggiori. “Bisogna tornare a investire sul welfare – Alfredo Bertelli, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna – come elemento che produce molteplicità di valori a vantaggio della comunità, sia dal punto di vista relazionale, sia da quello economico, come strumento che produce vantaggi per la persona e nuovi posti di lavoro”.

A concludere la mattinata Marco Granelli, Presidente regionale di Confartigianato: “Una società non si può definire moderna se accoglie solo l’individuo e non le persone, elemento centrale dell’operato di Confartigianato. In quest’ottica il contributo degli anziani è evidente a tutti nella quotidianità, nelle relazioni familiari e nella loro presenza preziosa per far funzionare la nostra vita. La nostra Associazione può e vuole contribuire alla crescita della società, ribadendo come l’artigiano rappresenta una ricchezza per il paese, da un punto di vista valoriale, formativo ed economico, oltre che un presidio sul territorio. Dobbiamo lavorare su un migliore interfacciamento delle strutture interne di Confartigianato e a una maggior presa di coscienza con le istituzioni. L’impegno comune è quello di lavorare tenendo al centro del nostro discorso la persona”.

















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