“La memoria non è un esercizio del passato ma azione del presente e del futuro: ogni giorno, infatti, possiamo agire e scegliere con chi stare”. Il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Matteo Richetti, partecipa a Roma alla presentazione del documentario “Dove vi portano gli occhi – a colloquio con Edith Bruck”, scrittrice ungherese da anni in Italia e scampata ai campi di concentramento tedeschi. Il documentario, prodotto dalla Fondazione Villa Emma Ragazzi Ebrei Salvati, ha ricevuto il sostegno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e ha visto la collaborazione della Provincia di Roma. Nella sala Di Liegro di Palazzo Valentini, sede dell’amministrazione provinciale di Roma, davanti agli studenti delle scuole capitoline, la stessa Edith Bruck racconta la sua drammatica esperienza, lei che continua a dedicare tutto il suo tempo alla testimonianza della persecuzione nazista nei confronti degli ebrei. Con Richetti, ci sono il presidente della Fondazione Villa Emma, Stefano Vaccari, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e Stefano Pacifici, presidente della comunità ebraica d Roma.
“Il racconto di Edith Bruck e il documentario sulla sua testimonianza – afferma Richetti – ci dicono che nulla è scontato, che non per forza dopo la prigionia viene la libertà o che dopo la sofferenza viene la gioia. Oggi, se non fossi stato a Roma accogliendo l’invito del presidente Zingaretti, che ringrazio, avrei comunque parlato con degli studenti, in un liceo di Sassuolo, e avrei detto loro che la memoria non è solo un esercizio del passato bensì è un’azione del presente e del futuro: ogni giorno, infatti, possiamo agire, scegliere con chi stare. Facendo memoria possiamo costruire una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’ da utilizzare per fare o non fare quella determinata cosa, sulla base di valori condivisi”. Inoltre, “non possiamo lasciare che solo Edith Bruck, e chi come lei ha vissuto il dramma dei campi di concentramento, restino i soli testimoni di quel tempo, non possono essere solo coloro che hanno vissuto direttamente quell’esperienza a fare esercizio della memoria”.
LA TESTIMONIANZA DI EDITH BRUCK, DOCUMENTARIO VOLUTO DA FONDAZIONE VILLA EMMA E ASSEMBLEA LEGISLATIVA E-R
Il racconto della persecuzione nazista e del dramma dell’Olocausto nelle parole di Edith Bruck, scrittrice ungherese da anni in Italia e scampata ai campi di concentramento nazisti, nei quali venne deportata bambina dodicenne. La sua testimonianza è al centro di “Dove ti portano gli occhi”, documentario di Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi, prodotto dalla Fondazione Villa Emma Ragazzi Ebrei Salvati. Il video, di 50 minuti, ha ricevuto il sostegno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e ha visto la collaborazione della Provincia di Roma. L’anteprima del documentario è stata organizzata oggi nella Capitale dalla Provincia di Roma, in un incontro con gli studenti cui hanno partecipato la stessa Edith Bruck, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Matteo Richetti, e il presidente della Fondazione Villa Emma, Stefano Vaccari.
Edith Bruck ha ricordato l’impegno preso con coloro che morivano nei campi di concentramento o nelle marce forzate di spostamento da un campo all’altro, soprattutto dopo l’apertura dei cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio 1945: “Ci dicevano i loro nomi e ci chiedevano, se fossimo rimasti in vita, di raccontare di loro e di non cessare mai di farlo. Cosa a cui ho dedicato la mia vita, anche perché non si finisce mai di raccontare la sofferenza”.
Il presidente della Fondazione Villa Emma, Stefano Vaccari, ha narrato la storia dei 73 ragazzi ebrei salvati a Nonantola fra il ’42 e il ’43, grazie all’impegno di tutti gli abitanti del piccolo paese fra Modena e Bologna, che con la loro ospitalità li nascosero alle autorità tedesche. “Allora tante persone scelsero da che parte stare – ha detto Vaccari – e noi facciamo il lavoro della memoria non solo oggi ma anche negli altri 364 giorni dell’anno. Cerchiamo di costruire una memoria condivisa e mi piace ricordare le parole di don Arrigo Beccari, parroco di Nonantola che tanto fece per quei ragazzi. Lui diceva sempre di non aver fatto nulla di straordinario ma di aver solo scelto di stare dalla parte dell’uomo”.