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In Arrivo ondata di gelo siberiano

Tutto secondo le previsioni dei metereologi: puntuale è arrivata l’annunciata ondata di freddo e gelo dalla Siberia, che si è andata materializzando nel modenese con un’abbondante nevicata ancora in corso. La temperatura durante la nevicata si è assestata attorno ai -2°C, rendendo perciò la neve farinosa. “Oggi – avverte l’esperto Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – comunque sarà <giornata di ghiaccio> o di <gelo senza disgelo>, il che significa che la temperatura non salirà mai sopra lo zero. Così saranno probabilmente anche le prossime giornate almeno fino a domenica”.

Relativamente alla quantità della precipitazione nevosa c’è da dire che fino alle 24.00 di martedì 31 gennaio le “squadre di volontari”, che hanno visto impegnato anche Salvatore Quattrocchi nei rilievi condotti dall’Osservatorio Geofisico universitario, indicano in 11 cm la neve caduta, ma già oggi mercoledì 1 febbraio alle 11.00 il manto in città aveva raggiunto i 25 cm. “Una nevicata simile – ricorda Luca lombroso – si era avuta tra il 18 ed il 19 dicembre 2009 e, ancora, in occasione di San Geminiano 2010”. Il fenomeno nevoso comunque pare destinato a continuare, proseguendo anche se in maniera più attenuata nel pomeriggio e fino giovedì 2 febbraio mattina.

Responsabile della nevicata, in particolare, è una classica “depressione tirrenica nevosa”, denominata “Julia”. Ciò che per gli esperti risulta più interessante da quanto è dato vedere dalle immagini da satellite è tuttavia che attorno a “Julia” si è formato un vero e proprio “occhio del ciclone”, quasi si trattasse di un nuovo piccolo “medicane”, ovvero un sistema subtropicale (ma stavolta di origine nevosa) che si forma raramente nel Mediterraneo. “Si tratta solo di una curiosità da analizzare e confermare, – ci dice Luca Lombroso – ma che andrà approfondita data l’inusuale situazione di irruzione gelida sul Tirreno, che presenta temperature superficiali superiori alla media stagionale”.

Quello che, tuttavia, risulta più sorprendente è lo sbalzo termico che si è avuto nel giro di poco più di una settimana: in Appennino si è passati dai 16-18°C di 8-10 giorni fa agli attuali -10°C, ma – secondo gli esperti – si potrebbe scendere ancora di più, intorno a valori difficili da stimare proprio perché “glaciali”. “Non è tanto l’intensità del freddo dunque che impressiona – commenta il metereologo Luca Lombroso -, perché d’inverno può fare molto freddo, ma l’estremizzazione evidente del clima che ci porta ad assistere a sbalzi anche di 20°C in pochi giorni e che forse diventeranno addirittura una trentina”.

Previsione. Con la probabile schiarita attesa fra la sera di giovedì 2 febbraio e la mattina di venerdì 3 febbraio i termometri scenderanno a valori “glaciali” ovunque, tuttavia difficili da quantificare perché dipendenti da altri fattori come schiarite, vento ed altro. “Al momento – conclude Luca Lombroso – è azzardato dichiarare la straordinarietà ed eccezionalità di questa irruzione gelida, proveniente dalle steppe siberiane, con aria <artica continentale>, in quanto va ricordato che fenomeni analoghi si ebbero anche nel dicembre 2009 e 2010, nel dicembre 2001 e, più indietro, nel febbraio 1991. Non mi sembra, invece, il caso di scomodare per ora il grande gelo del 1985, che è ancora record assoluto per Modena (-15.5°C presso la storica stazione di rilevazione dell’Osservatorio Geofisico di Piazza Roma, -28°C a Carpi) e men che meno i <mitici> e veramente lunghi gelidi inverni del 1929 e del 1956. Le somme le potremo tirare solo quando giungeremo a fine ondata di gelo, ma avverto che ne avremo ancora per diversi giorni”.

















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