In merito alla sentenza della Suprema Corte di Cassazione, sezione III penale, 20 gennaio – 1° febbraio 2012, n. 4377, che in questi ultimi giorni ha sollevato molto sdegno da parte delle più diverse associazioni che difendono le donne e dai più diversi partiti politici, anche le socie del Circolo Culturale Artemisia di Sassuolo esprimono la più totale indignazione e offesa alla dignità femminile davanti ad una sentenza che riteniamo non condivisibile.
Le associazioni delle donne e le elette in Parlamento negli ultimi anni hanno lavorato insieme al fine di portare avanti la Legge n. 38/2009 che condanna lo stalking. Purtroppo la violenza sessuale è spesso il risultato di stalking o di persecuzione della vittima che alla fine andrà a subire violenza.
E’ paradossale che non venga detenuto in carcere colui o coloro che hanno individuato “la preda” e le hanno fatto violenza. Ci sembra una contraddizione evidente non tener conto della violenza non solo fisica ma anche psicologica a cui vengono sottoposte le vittime di stupro, soprattutto quello di gruppo.
Chi ci dice che quegli “uomini” costretti agli arresti domiciliari in fase di indagine non inquinino le prove e non rappresentino per la comunità un messaggio di impunità ? O peggio ancora che le donne che hanno subito la violenza non sentano ancora più forte la minaccia di una nuova aggressione da parte degli stessi? Non dimentichiamo che, in Italia, solo nell’ultimo anno sono state uccise più di cento donne e più di duemila sono state violentate (dati su casi denunciati ai centri antiviolenza).
“Il branco” in questo modo si rafforza e può diventare modello di emulazione.
Queste sono le nostre valutazioni ed è per questo che ci poniamo in modo molto critico verso questa sentenza del 1° febbraio che, pur prendendo atto degli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione, ci fa pensare e riflettere sulla condizione delle donne prima dell’intervento della Legge n. 66/1996 “Norme contro la violenza sessuale” che afferma il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona, che viene costretta nella sua libertà sessuale, e non contro la morale pubblica.
Stiamo tornando indietro ? Non è un’ulteriore spinta al silenzio per le donne che subiscono violenza ?
Ci auguriamo che questa sentenza venga al più presto modificata per ridare dignità, fiducia e sicurezza alle donne che hanno il coraggio di denunciare alle autorità competenti le violenze subite.
Circolo Culturale Artemisia – Sassuolo