“Ci sono motivi tecnici e politici che sconsigliano la realizzazione di un nido d’infanzia gestito direttamente dal Comune e riservato esclusivamente ai dipendenti comunali” afferma l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè.
“Innanzitutto il Comune non è un’azienda con una localizzazione unica dove un nido potrebbe facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro degli oltre duemila dipendenti.”
Diversi sono infatti i luoghi in cui essi lavorano, distribuiti non solo nelle varie sedi amministrative del Comune – tra il Municipio di piazza Grande, le sedi di via Galaverna con gli assessorati alla Cultura, all’Istruzione, alle Politiche Giovanili, alle Politiche sociali, di via Santi con l’Anagrafe, gli assessorati all’Urbanistica, all’Ambiente, alle Politiche economiche, il Comando della Polizia Municipale di viale Amendola – ma addirittura sull’intero territorio comunale. Basti pensare ai 600 dipendenti che fanno capo all’assessorato all’Istruzione e che lavorano nelle scuole e nei servizi comunali disseminati in tutta la città, o ai 350 dei Servizi sociali impiegati nelle sedi di circoscrizione, nel servizio domiciliare, al Centro stranieri di viale Monte Kosica, al Centro famiglie di via Selmi, nelle case protette, al Servizio di Riabilitazione professionale di via Crocetta, al Servizio Assistenza Anziani di via Luosi e di via del Pozzo, ecc.
“Quale dunque sarebbe la localizzazione ideale di un eventuale nido d’infanzia aziendale del Comune? Più ragionevole è cercare di offrire ai dipendenti comunali, come a tutta la cittadinanza, la possibilità di accedere al nido più congeniale ai propri tempi di vita e di lavoro” spiega l’assessore. Per quanto riguarda i presunti finanziamenti statali a favore dei nidi aziendali, forse non tutti sanno che la Legge Finanziaria 2005 non prevede alcuna possibilità di deduzione delle spese, per i datori di lavoro che intendano aprire nidi aziendali, lasciando soltanto un fondo pressoché irrisorio per le spese di investimento.
“Infine – sottolinea la Querzè – come amministrazione comunale intendiamo salvaguardare l’offerta universalistica a tutti i cittadini modenesi e non solo a una determinata categoria. Salvo restando l’impegno dell’amministrazione a continuare ad ampliare l’offerta di posti, aumentando i nidi a gestione diretta (come sarà quello di via Padovani), ampliando i posti in convenzione e sviluppando i rapporti con i nidi aziendali.” Si ricordi che Modena già riesce a soddisfare un elevato numero di domande. Quest’anno degli iniziali 400 bimbi iscritti alle liste d’attesa a settembre, ne restano oggi 150 e ancora non si sono chiuse le graduatorie. Vale a dire che hanno trovato un posto nei nidi comunali o convenzionati l’89% dei bimbi che avevano presentato domanda, contro il 7% della media nazionale e il 25 %, di quella regionale”.