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Casadei (PD): “La domenica non ha prezzo”

Domenica 4 marzo si è tenuta la “European sunday alliance”, una mobilitazione contro l’apertura domenicale dei negozi. In Italia la mobilitazione ha raccolto numerose adesioni, tra cui quella delle categorie del commercio di Cgil Cisl e UIl, e si sono tenute iniziative in tantissime città italiane. Come noto, quest’anno la campagna per la domenica libera dal lavoro è di stringente attualità: il decreto “Salva Italia”, infatti, ha introdotto la possibilità per supermercati e negozi di rimanere aperti 24 ore su 24 per sette giorni su sette.

Si tratta di un provvedimento che difficilmente, a mio avviso, avrà gli auspicati effetti sulla ripresa dei consumi, e che in compenso rischia di peggiorare la condizione di tanti lavoratori.

Lo stesso tema era al centro di una risoluzione presentata in Assemblea legislativa lo scorso dicembre dal Gruppo PD, nella quale si chiedeva alla Regione Emilia-Romagna di agire presso la Conferenza Stato Regioni per dire no ad una deregulation selvaggia, che tra l’altro toglie alle regioni la possibilità di intervenire in maniera concertata con Comuni e parti sociali. Una cosa è, infatti, eliminare i vincoli alla concorrenza, come l’Europa più volte ha chiesto di fare, altra cosa è creare condizioni tali per cui i lavoratori del settore del commercio, ma anche le piccole imprese a conduzione individuale o familiari, presenti soprattutto nei centri storici e nelle aree urbane, si troveranno di fronte a condizioni di lavoro insostenibili a causa di orari di lavoro che dovrebbero coprire 365 giorni all’anno.

Le persone che sono costrette a lavorare anche la domenica, inoltre, subiscono danni che oltrepassano la sfera strettamente lavorativa. Se si riduce la domenica ad un giorno come gli altri si cancella l’idea di un giorno prezioso e insostituibile, in cui tutte le persone possono riposare collettivamente e incontrarsi per vivere una dimensione pubblica, in cui le famiglie possono stare insieme e vivere un intero giorno libero dai pressanti impegni quotidiani che caratterizzano il resto della settimana.

Per ridurre gli effetti negativi della misura, i sindacati hanno proposto una rotazione delle aperture domenicali. La rotazione può essere una possibilità, ma per arrivare a questa decisione serve un progetto comune e un accordo tra tutti i soggetti interessati. Serve inoltre che ai comuni e alle Regioni venga restituita la possibilità di intervenire su una materia molto delicata, che, oltre a creare disagi ai lavoratori, rischia di ridurre tutto a consumo e soprattutto le persone a meri consumatori. Occorre davvero cambiare prospettiva e rimettere al centro un orizzonte comune in cui la domenica non abbia, appunto, prezzo.

(Thomas Casadei, Consigliere regionale PD)

















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