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Giornata memoria: Prodi, ricordare fatti a più giovani

“Il fatto più
importante è ricordare queste vicende alle nuove generazioni.
Abbiamo questo compito: dire loro che sono accaduti questi fatti
terribili e che possono ripetersi”. E’ stato questo il
messaggio di Romano Prodi, che alla vigilia della giornata della
memoria ha compiuto una visita nel campo di concentramento di
Fossoli di Carpi.

Nel 1944 le SS lo trasformarono da campo di
prigionia militare in campo di transito per i deportati
italiani, circa 5.000, in larghissima maggioranza ebrei tra i
quali Primo Levi, verso i campi di concentramento nazisti in
Germania.
Per l’ex presidente della Commissione Europea, “dobbiamo
essere sempre vigili attenti e rispettosi e capire che ci sono
dei principi fondamentali che debbono guidare la vita della
nostra società”.

Prodi ha giudicato poi molto bella “la riflessione”
consegnata alla stampa del premier tedesco Schroeder che ha
detto “Io mi vergogno”: “Credo che sia importante trasmettere
questi sentimenti – ha detto ancora Prodi che nella sua visita
al campo era accompagnato, tra gli altri, dal sindaco di Carpi
Enrico Campebelli, dal presidente della Provincia di Modena
Emilio Sabattini e dal Presidente dei Deputati della Margherita
Pierluigi Castagnetti – a chi non è stato sensibilizzato. La
mia paura è che il passaggio degli anni renda anche i
sentimenti impermeabili e si ritenga, quasi per definizione, di
essere al sicuro. Noi non siamo mai al sicuro”.

Prodi ha poi aggiunto parlando ad alcune decine di persone
fra i quali anche alcuni sopravvissuti dai campi di sterminio
nazisti, che in questi decenni sono stati fatti progressi
“nella sensibilità” sul concetto di libertà ed anche nella
pratica della democrazia. “Dobbiamo continuare a farli. Ieri –
ha ricordato in conclusione Prodi – è stato ratificato il testo
della nuova Costituzione Europea alla Camera. Mi auguro che
venga approvata presto anche al Senato. Questa carta – ha tenuto
a sottolineare Prodi – è tutta orientata sui diritti dell’uomo
e sul rispetto delle minoranze e dei più deboli”.

















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