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Il Gruppo Sacmi taglia il traguardo di 1,4 miliardi di euro

A conferma della bontà del progetto di diversificazione e di investimenti decisi all’alba della recessione – investimenti per oltre 65 milioni di euro in ricerca e sviluppo, immobili industriali e macchine utensili – il Gruppo Sacmi nel 2011 ha centrato pienamente gli obiettivi, raggiungendo i 1.400 milioni di euro di fatturato rispetto ai 1.030 del 2010, con un utile consolidato di Gruppo di 32,4 milioni di euro rispetto ai 12 milioni del 2010.

Il fatturato delle macchine e impianti per la ceramica è cresciuto di oltre il 50% e non solo grazie alle esportazioni versi i Paesi cosiddetti “Bric” (Brasile, Russia, Cina e India), ma anche grazie all’Italia, che si conferma il terzo mercato per il Gruppo. Aspettative di crescita confermate anche per il settore delle macchine per il packaging, con un progresso del 10% in un comparto che continua a rappresentare una delle eccellenze della meccanica italiana ed emiliano-romagnola. “Con una strategia chiara, una presenza globale e una forte attenzione al prodotto e al cliente si può crescere anche in momenti difficili”, commenta Pietro Cassani, direttore generale del Gruppo Sacmi e presidente uscente di Acimac, l’associazione che riunisce i principali costruttori italiani di macchine per la ceramica.

Anche le macchine ad iniezione per la plastica, con il completamento, da parte della consociata Negri Bossi, di un percorso di profonda ristrutturazione che ha portato a un totale rinnovamento della gamma prodotti, tornano in positivo dopo diversi anni difficili. Anche in questo settore, come per gli altri rami di attività del gruppo, le strategie si riassumono nella messa a punto di processi e prodotti a minor consumo energetico, grande flessibilità produttiva coniugata a una riduzione dei costi specifici dei prodotti e attenzione all’ambiente (riciclaggio materie prime, riduzione pesi e spessori dei manufatti, ecc).

Risultati positivi che si riflettono anche sul fronte occupazione: “A partire da ottobre 2010 fino a dicembre 2011 – commenta con soddisfazione il presidente del Gruppo Sacmi, Domenico Olivieri – solo in Sacmi Imola sono entrate 90 persone, almeno il doppio per il Gruppo nel suo complesso”. Anche il progetto di costituzione della Carle & Montanari Holding – il grande polo italiano del cioccolato detenuto in quote paritetiche da Sacmi e Ima e dove, oltre a Carle & Montanari, sono state aggregate OPM e FIMA – ha centrato gli obiettivi prefissati, raggiungendo i 90 milioni di euro di fatturato. Risultati che – nonostante il rallentamento del settore in alcune economie emergenti, India e Cina in primis, parzialmente compensato dalla Russia – dovrebbero tenere anche nel 2012, anno sul quale la nuova CMH si presenta con un ottimo portafoglio ordini.

















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