E’ disponibile on-line sul sito www.capmodena.it, a partire da mercoledì 6 giugno, un primo elenco di capannoni immediatamente disponibili per le imprese colpite dal terremoto che volessero temporaneamente trasferire l’attività. Provincia di Modena, Comune di Modena, Consorzio Attività produttive e Camera di commercio hanno avviato una prima ricognizione delle disponibilità di strutture vuote che possano accogliere le imprese i cui impianti produttivi sono stati danneggiati, per mettere gli operatori economici nelle condizioni di riavviare le attività produttive e commerciali evitando che un blocco protratto della produzione faccia perdere commesse e quote di mercato.
I risultati di questa ricognizione sono stati illustrati nel corso di un incontro con i rappresentanti delle categorie economiche che si è svolto martedì 5 giugno presso la sede della Provincia.
Per quanto riguarda la individuazione dei capannoni e strutture artigianali, sono già più di 50 mila i metri quadrati immediatamente disponibili, con locali che vanno dai 100 metri fino ad oltre 4000 metri quadrati. Accanto alle disponibilità nell’area modenese si raccolgono anche le offerte dei comuni di altre province prossimi alla zona del terremoto.
Il presidente Emilio Sabattini ha sottolineato come sia importante l’impegno di tutti per fronteggiare nell’immediato l’emergenza: “Dobbiamo salvare il patrimonio industriale e commerciale dei comuni di quell’area, mettendo le aziende in condizione di riprendere prima possibile l’attività. Dal governo – ha aggiunto – attendiamo in tempi brevi le norme, poche e chiare, che consentano di pensare alla ricostruzione, oltre naturalmente alla certezza dei finanziamenti, per dare fiducia e speranza ai cittadini e alle imprese”.
Accanto al tema del temporaneo trasferimento delle imprese, Daniela Sirotti Mattioli, assessore provinciale alle Politiche per l’economia locale, ha esposto i problemi aperti nel settore del piccolo commercio e servizi, e dei mercati settimanali quasi sempre localizzati nei centri storici attualmente inagibili. “Stiamo esaminando – ha spiegato – la possibilità di riaprire le attività in strutture provvisorie nell’immediata vicinanza della vecchia localizzazione, anche per dare una spinta al rilancio dei centri storici. Con la Regione stiamo aprendo un tavolo tecnico per ridurre al minimo gli adempimenti che possono ostacolare la ripresa dell’attività, velocizzando al massimo tutte le procedure”.