In meno di un anno le aziende in crisi sono più che raddoppiate, passando da 1.429 del febbraio 2004 a 3.310 della fine di gennaio 2005. E i posti di lavoro a rischio sfiorano le 450.000 unità. E’ quanto sottolinea l’Osservatorio Dipartimento settori produttivi della Cgil. Cassa integrazione, mobilità, licenziamenti, fallimenti, chiusure parziali o totali di settori o reparti coinvolgono ormai 2.098 aziende al Nord (erano 440 nel febbraio 2004), 726 al Centro (761), e 447 nel Sud e nelle isole (228).
Allarmanti anche i numeri relativi ai lavoratori in cassa integrazione o mobilità, oltre 172.000, a cui aggiungere 44.000 stagionali o dei distretti, per un totale di 216.000. Aggiungendo questa cifra ai 401.039 addetti che costituiscono l’organico delle imprese in crisi lo scorso anno, emerge che – spiega il rapporto – se le crisi non si risolvono in positivo, il rischio di perdere 450.000 posti di lavoro ‘è imminente’.
Il numero di aziende in crisi per regione: 20 in Valle D’Aosta, 20 in Trentino-AA, 645 in Piemonte, 503 in Lombardia, 34 in Liguria, 53 in Friuli-VG, 315 in Veneto, 508 in Emilia Romagna, 265 in Toscana, 43 in Umbria, 166 nelle Marche, 210 nel Lazio, 81 in Abruzzo, 25 in Molise, 180 in Campania, 38 in Basilicata, 37 in Calabria, 74 in Puglia, 68 in Sardegna, 25 in Sicilia.