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La Cura Di Bella è un diritto, Filippi replica all’assessore regionale alle politiche per la salute

Evidentemente, dichiarando che dal 2010 nulla è cambiato, l’assessore regionale alle politiche per la salute, non si è aggiornato sulle nuove pubblicazioni e sui riconoscimenti, anche internazionali, ottenuti, negli ultimi anni, dal centro oncologico del professor Giuseppe Di Bella. Il MDB è oggi, a tutti gli effetti, riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale.

Di Bella, al contrario di quanto afferma Lusenti, ha all’attivo sei pubblicazioni su riviste scientifiche, mentre diverse altre sono state pubblicate da medici che prescrivono il MDB. Anche la banca dati scientifica mondiale Med-Line (www.pubmed.gov) ha registrato e pubblicato uno studio scientifico del centro oncologico. Inoltre, il professor Di Bella ha pubblicato nel 2011, su una delle più prestigiose riviste mondiali, INTERNATIONAL JOURNAL OF GYNECOLOGICAL CANCER, un’importante relazione sull’applicazione del MDB nei carcinomi mammari, documento presentato al 17° International Meeting of the European Society of Gynecological Oncology (ESGO). Ma evidentemente per l’assessore dell’Emilia-Romagna, questo non conta nulla.

Oltre ciò, a conferma delle basi scientifiche e dell’efficacia antitumorale, le pubblicazioni in cui è citato il MDB sono ormai decine di migliaia. Lo stesso Ordine dei Medici di Bologna ha deciso di patrocinare il congresso dal titolo “Evidenze scientifiche non valorizzate in oncoterapia” organizzato dalla Fondazione Di Bella, meeting che si è svolto sabato 9 giugno a Bologna. Solo la Regione Emilia-Romagna continua a denigrare gli importanti successi scientifici ottenuti dalla clinica modenese.

Il risultato della politica regionale sono malati emarginati dal sistema. Perché la Regione è tanto dura nei confronti di soggetti che hanno trovato una risposta nel Metodo di Bella?

Molti pazienti sono stati costretti a rivolgersi al giudice per completare la terapia in modo gratuito. Persone, che nonostante la malattia, hanno dovuto affrontare una seconda battaglia, quella giudiziaria. Dal 1998 sono più di duemila i ricorsi fatti dai pazienti dibelliani.

Un malato non ha alcun interesse a strumentalizzare la propria salute, se non vede i miglioramenti tangibili non prende farmaci inutilmente. Non si comprende, quindi, tanta ostilità da parte della Regione Emilia-Romagna. La cura Di Bella è un diritto.

(Fabio Filippi)

















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