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Bologna, piazza Verdi e dintorni: Confabitare sfida il Comune

“La situazione vergognosa e non più tollerabile di Piazza Verdi, Via Petroni e zone limitrofe, culminata notti fa nell’assalto ad un palazzo, ha un preciso responsabile: il Comune di Bologna”.

Alberto Zanni, presidente di Confabitare, associazione proprietari immobiliari, punta l’indice contro il Sindaco Merola e la giunta di Palazzo d’Accursio, colpevoli di “lassismo” e di “ palese inadempienza nei confronti del regolamento di Polizia Urbana che contiene norme chiare e severe in materia di sicurezza pubblica e lotta al degrado”. Zanni cita due articoli del regolamento: il 12 sul divieto di suoni e schiamazzi e il 17 sul divieto di bivacchi. E ironizza: “se c’è qualcuno disposto a sostenere che vengono applicati, lo faccia sapere agli abitanti dell’area universitaria”.

Ma c’è un altro aspetto su cui Confabitare mette l’accento: quello della prevenzione e dei controlli che dovrebbero essere esercitati, nelle zone a rischio, dalla Polizia municipale. “ Il regolamento di polizia urbana ne parla esplicitamente all’Art.2 – spiega Zanni-, ma non mi pare che ciò avvenga. Il Comune naviga a vista, emette ordinanze –spot che non risolvono nulla, mentre dovrebbe mandare in Piazza Verdi e dintorni squadre di vigili urbani a pattugliare 24 ore su 24. Così residenti e commercianti si sentirebbero più sicuri e non più ostaggi di sfaccendati, ubriachi o, peggio, teppisti”.

Confabitare scende in campo, quindi, contro il Comune a fianco dei proprietari esasperati che chiedono aiuto. Lo farà fornendo assistenza legale gratuita ai residenti di Via Petroni e zone limitrofe per la richiesta di risarcimento danni al Comune. Inoltre si costituirà parte civile nella causa che gli abitanti stanno intentando contro al giunta Merola per i danni subiti e assisterà legalmente i proprietari della zona universitaria che volendo vendere la casa si ritrovano con un valore immobiliare crollato del 30% nel contesto di un mercato già in crisi. “Oltre il danno, la beffa, chiosa Zanni, ma qualcuno prima o poi dovrà risponderne.

















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