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É l’ospedale di Reggio Emilia ad avere i migliori risultati in Italia nella cura dell’ictus ischemico

Il migliore dato sulla sopravvivenza, a distanza di un mese, dei pazienti curati per ictus ischemico cerebrale, associato alla più bassa percentuale di ricoveri nel mese successivo alla diagnosi, fanno della Stroke Unit dell’Arcispedale di Reggio Emilia la migliore tra quelle attive sul territorio nazionale.

È stato questo risultato ad attirare l’attenzione della redazione del magazine di scienza Focus che sarà in edicola da domani, Sabato 23 Giugno, con lo speciale Guida Salute – I Migliori Ospedali d’Italia, dedicato agli ospedali che, secondo gli indicatori della Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), sono considerati i migliori centri ospedalieri sul territorio nazionale per ciascuna patologia.

Sono circa 200.000 ogni anno in Italia le persone che vengono colpite da ictus. In otto casi su dieci, spiegano gli specialisti, si tratta di ictus ischemico, che può essere efficacemente trattato se il paziente arriva in ospedale entro 3 o 4 ore dal manifestarsi dei sintomi. La terapia fibrinolitica tempestivamente somministrata dalle Stroke Unit, con medici attivi nelle 24 ore, risolve, senza conseguenze, la momentanea ostruzione delle arterie che impedisce il corretto afflusso di sangue al cervello.

Il posizionamento della Stroke Unit di Reggio Emilia, della quale è responsabile il dott. Giovanni Malferrari, all’interno del Reparto di Neurologia dell’Arcispedale diretto dalla dott.ssa Norina Marcello, è frutto di un lungo lavoro di sensibilizzazione della popolazione alla prevenzione e di organizzazione tramite stesura di linee guida aziendali, riunioni con i colleghi della struttura semplice, il Dott. Alberto Dallari e la Dott.ssa Maria Luisa Zedde, con i fisiatri, in particolare la Dott.ssa Donatella Procicchiani, i terapisti della riabilitazione motoria e del linguaggio con i quali si delineano anche le fasi successive e con gli infermieri dedicati.

Tali risultati sono scaturiti in particolare tramite la forte collaborazione con il PS e il 118 e la rete dei soccorsi sul territorio e grazie all’ottimizzazione del percorso del paziente all’interno dell’ospedale. Tale percorso coinvolge il neurologo e l’attivazione della reperibilità per fibrinolisi nelle 24 ore, che viene eseguita dai medici della Stroke, ed il neuroradiologo per la diagnosi ed il trattamento.

Altro caposaldo è la formazione continua strutturata tramite riunioni multiprofessionali trasversali a tema che coinvolgono le altre aree Stroke Care dell’Azienda Ospedaliera, quali le strutture di Medicina 1, Geriatria, oltre che Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza.

L’efficacia degli sforzi fatti nel campo della prevenzione, grazie anche all’impegno della Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.IC.E.), è testimoniata dal dato incoraggiante relativo alla diminuzione, nella nostra provincia, del numero di pazienti dimessi dopo diagnosi di ictus: 2.506 nel 2010 diventati 2.374 nel 2011 (-5,6%).

















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