Gli italiani a Pasqua riscoprono le specialità locali, i dolci tradizionali tipici di ciascuna regione confezionati dalla pasticcerie artigiane. Una nuova tendenza annunciata da Confartigianato che si affianca all’altro dolce classico, artigianale, la colomba il cui consumo rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2004 con 60.000 quintali.
I ”canestrelli” liguri così come i ”taralli” e la ”scarcedda” pugliesi, i ”pistokkedos” o le ”casadinas” sarde e anche le rinomate cassata e pasta reale siciliane. Sono più di 150 i dolci artigianli tipici che guadagnano terreno nelle preferenze degli italiani (+5%) grazie alla loro genuinità e freschezza. Insomma per la colazione di Pasqua vince la qualità, la sostanza rispetto alla forma. Un’usanza tornata in auge soprattutto al sud, in Puglia, in Sicilia ma anche in Emilia Romagna e Sardegna. Anche la Campania però ha le sue leccornie tradizionali come la ”pastiera” e il ”casatiello” mentre il Lazio vanta la pizza di Pasqua di Civitavecchia e la torta salata. Ricette rispolverate dai bauli delle nonne come il ”fiadone” abruzzese, la pagnotta pasquale tipica di Forlì e, guardando ancora a nord, le ”fugazze” di Treviso o le ”titole” di Trieste.
Variegato e numeroso è l’universo delle pasticcerie artigiane italiane, secondo quanto risulta alla Confartigianato sono 25.632 e rappresentano il 76,6% del totale. La maggioranza sono in Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Veneto, Lombardia, Sicilia, Toscana, Sardegna e Marche.
I dolci artigianali, reperibili nei mercati locali, reggono inoltre la concorrenza dei prodotti industriali di marca in quanto da due anni a questa parte non sono aumentati. Confartigianato infatti sottolinea che è ”da sfatare il pregiudizio che i prezzi di uova e colombe artigianali siano molto più alti rispetto ai prodotti industriali. I produttori artigianali sono in grado oggi di assorbire i costi delle materie prime. Quindi anche per la Pasqua 2005 non ci saranno aumenti: per le colombe i prezzi vanno dai 10 a 20 euro al Kg.