“Grazie alla grande mobilitazione della Coldiretti, entro la primavera non sarà più possibile spacciare come latte fresco nazionale quello munto da mucche straniere per essere trasportato in cisterne e semplicemente confezionato in Italia”.
E’ quanto afferma l’Organizzazione degli imprenditori agricoli nel sottolineare che nel 2004 sono salite a 17 milioni di quintali le importazioni di latte sfuso (+3%), proveniente da mucche bavaresi, austriache, francesi o slovene, trasportato in Italia per essere lavorato e trasformato in formaggi, yogurt e latte alimentare “Made in Italy”.
Una situazione destinata a cambiare entro l’estate 2005 grazie all’entrata in 7 giugno prossimo dell’obbligo di indicare sulle etichette di tutte le confezioni di latte fresco il luogo di provenienza della stalla di mungitura e non solo quello dello stabilimento di confezionamento, sulla base del decreto interministeriale sull’etichettatura obbligatoria del latte fresco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N.30/2005 e fortemente sostenuto dal milione di firme raccolte dalla Coldiretti.
Con le nuove norme sul latte fresco si apre definitivamente la strada per fare uscire la produzione agricola nazionale dall’anonimato e per consentire ai consumatori – precisa la Coldiretti – scelte di acquisto consapevoli senza cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Si tratta di un provvedimento che anticipa i decreti previsti dalla Legge n°204 del 3 Agosto 2004, fortemente voluta dalla Coldiretti, per individuare in tutti i settori le modalità di indicazione del luogo di origine in modo da impedire di etichettare come italiani prodotti come la passata ottenuta da pomodori cinesi e l’olio spremuto da olive tunisine. Una necessità di trasparenza anche per chiudere definitivamente le porte – conclude la Coldiretti – al rischio di truffe e sofisticazioni che trovano terreno fertile nella mancanza di rintracciabilità dal campo alla tavola delle produzione come dimostra la recente positiva operazione condotta dai carabinieri del Nas di Salerno che hanno sequestrato oltre 110 tonnellate di olio sofisticato dichiarato “extravergine di oliva”, imbottigliato con etichette di fantasia riferite ad aziende inesistenti.