Formigine aderisce unanime alla campagna ‘Mai più violenza alle donne‘ lanciata da Amnesty International ed illustrata lo scorso 30 marzo da Donata Clerici, Assessore alle Pari opportunità del Comune di Formigine, in occasione della seduta del civico consesso.
La mozione, dedicata al tema dei diritti e del rispetto delle donne, è stata approvata con il parere favorevole di tutti i consiglieri, ed alla luce di questo assume ancora più importanza la condanna in essa espressa verso ogni forma di discriminazione e di violenza dei diritti umani delle donne. Secondo uno studio basato su cinquanta ricerche svolte in tutto il mondo, almeno una donna su tre nella vita è stata picchiata, costretta al sesso o ha subito altri tipi di abusi, solitamente questi abusi sono perpetrati da un famigliare o da un conoscente. Il Consiglio d’Europa ha dichiarato che la violenza è la principale causa di morte ed invalidità per le donne d’età compresa tra i 16 ed i 44 anni, con un’incidenza maggiore di quella provocata dal cancro o dagli incidenti automobilistici.
La mozione, prendendo quindi atto che la violenza dei diritti umani più diffusa ed occulta al mondo e ritenuto che le Amministrazioni locali possono avere un ruolo importante nel promuovere politiche, servizi ed iniziative per prevenire ed eliminare la discriminazione e la violenza nei confronti delle donne, impegna il Consiglio Comunale a contribuire nella demolizione del muro di silenzio ed indifferenza che copre le peggiori violenza che, anche nelle nostre realtà, si perpetuano negli ambienti famigliari e del lavoro.
“Il silenzio – spiega l’Assessore Clerici – nasconde le più gravi e drammatiche violazioni dei diritti umani più elementari. Il silenzio è il peggior nemico delle donne. Per spezzare questa spirale è necessario trovare il coraggio di denunciare non solo chi fa del male a noi, ma anche chi si accanisce su altre donne, su altre persone indifese”.
Formigine dunque si impegna così nella creazione, nel sostegno e nella valorizzazione di una vera e propria rete di solidarietà fra donne che, sulla base dell’indignazione per tutti gli episodi di violenza, porti alla costituzione di un percorso che abbia come obiettivo la maturazione di una società in cui i generi diversi vivano in armonia, nel rispetto reciproco e nella comprensione dell’altro.