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Interviste a pagamento. L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna apre un’inchiesta

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, riunito questa mattina in seduta straordinaria, ha esaminato la vicenda delle presenze e delle interviste a pagamento in contenitori informativi su alcune emittenti radiotelevisive regionali. L’esame odierno è avvenuto soprattutto sulla base delle notizie di stampa e di un esposto inviatoci da alcuni consiglieri nazionali dell’Ordine.

“Premesso che l’informazione a pagamento, sia che si tratti di politici o di qualsiasi altro cittadino, non fa parte della professione giornalistica ed è tassativamente vietata dalle nostre regole deontologiche a tutela soprattutto dei cittadini, che hanno diritto a un’informazione corretta e trasparente – si legge i una nota dell’OdG E-R –  l’Ordine dell’Emilia-Romagna ravvisa nei fatti esposti tutti gli elementi per aprire ufficialmente un’istruttoria, secondo quanto previsto dal nostro ordinamento.

Il Consiglio ha deciso quindi all’unanimità di affidare al presidente Gerardo Bombonato, nella veste di istruttore, la raccolta della necessaria documentazione presso le emittenti radiotelevisive al momento coinvolte e la convocazione dei colleghi interessati. Saranno inoltre invitati nella sede dell’Ordine per un colloquio informativo i politici che sulla vicenda hanno rilasciato dichiarazioni come persone informate dei fatti. Per questo l’Ordine chiede alla Presidenza dell’Assemblea legislativa regionale e dei gruppi consiliari di fornire la documentazione relativa di cui sono in possesso, nello spirito di massima collaborazione e di un impegno comune di trasparenza verso i cittadini.

L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna – conclude la nota – consapevole che la vicenda cade in un quadro dell’informazione italiana assai complesso e segnato da forti contraddizioni e commistioni, farà la parte che gli compete per un’azione moralizzatrice senza alcun intento moralista. Non ci interessa stabilire percentuali di colpa o assoluzioni, convinti come siamo che tutti gli attori (e non solo i giornalisti) del sistema informativo devono assumersi le loro responsabilità e correggere le attuali distorsioni”.

 

















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