L’invito ad un rinnovato spirito di collaborazione e concertazione invocato da Paolo Cattabiani, Presidente Legacoop Emilia Romagna, cade nel vuoto per responsabilità dei suoi associati e non certo imputabili alle organizzazioni sindacali.
Di fronte a realtà come quella di Coop Estense, che non fa altro che scimmiottare il modello Marchionne, azzerando unilateralmente 40 anni di contrattazione e decidendo unilateralmente di modificare le indennità di funzione (salario), mettendo a rischio una parte di salario per almeno 1.500 lavoratori in Emilia Romagna, diventa impossibile parlare di concertazione e “relazioni che rispettano gli interlocutori”.
Quanto è accaduto in questi mesi in Emilia Romagna a causa dell’evento sismico ha dimostrato che la coesione sociale e corrette relazioni fanno la differenza di un sistema rispetto all’altro, quanto sta accadendo dentro una parte delle cooperative presenti nella nostra regione dimostra che la coesione sociale si trasforma in conflitto quando solo sul lavoro dipendente si scaricano gli effetti di una crisi che perdura da troppo tempo e le cui ragioni non sono imputabili ai lavoratori.
Per queste ragioni lo sciopero di sabato 22 Settembre dei lavoratori della distribuzione cooperativa ha ragioni fondate e finalizzate a ripristinare le condizioni che lo stesso Cattabiani richiama nelle sue dichiarazioni.
Per quanto ci riguarda pretendiamo il rispetto dei contratti, la ricerca di soluzioni condivise per affrontare gli effetti della crisi, il riconoscimento del lavoro come valore e non come costo, il rispetto della dignità di chi lavora: solo su questa base è possibile concertare ed affrontare il futuro in uno spirito di coesione sociale.
(Antonio Mattioli, Responsabile Politiche Contrattuali Segreteria Cgil Emilia Romagna)