Descrivere quello che gli occhi hanno visto, le orecchie hanno ascoltato, il cuore ha provato e i sensi hanno registrato è certamente un’impresa difficile, ma è indispensabile raccontare, perché anche altri amici e colleghi sappiano, e si contribuisca a ricordare all’Italia intera che pochi mesi fa c’è stato in Emilia un terremoto di portata unica, di cui molti, troppi, si stanno già dimenticando.
Quello che gli Emiliani della Bassa, la mia gente, stanno soffrendo e la dura prova con la quale si stanno misurando sono qualcosa di devastante, che mai si sarebbero aspettati e mai avrebbero immaginato; qualcosa di talmente difficile da accettare e metabolizzare che per i bambini più piccoli delle tendopoli si è pensato di utilizzare la parola “Terry” tutte le volte che si parla di terremoto.
Certo, è stato già scritto e mostrato tantissimo su giornali e tv, ma è importante parlare spesso di questa tragedia, perché il tempo che trascorre e tutte le altre notizie della cronaca e dal mondo ci portano a dimenticare molto velocemente, a pensare che da queste parti sia già quasi tutto risolto, ad affermare che: “Tanto gli Emiliani sono gente volenterosa e se la sanno cavare da soli!”
Vorrei che, però, questa volta non fosse così, o per lo meno che non fosse solo questa la verità da raccontare, anche se è assolutamente vero che la nostra gente si è dimostrata ancora una volta – con grande dignità, forza di volontà e determinazione – capace di andare avanti, perché, come diciamo da queste parti, “Teniamo Botta!”
Questa frase testimonia che tra le persone c’è una grande voglia di rialzarsi e di non vedere accadere quello che abbiamo appena vissuto con i fratelli abruzzesi dell’Aquila, che dopo tre anni vivono ancora fuori da una città fantasma, mentre tantissime richieste di aiuto sono ancora insoddisfatte.
Noi Italiani siamo brava gente e, quando un evento negativo ci colpisce, corriamo subito tutti a dare una mano, con gesti generosi, pronti ad essere altruisti. E’, però, fondamentale avere un sostegno proprio ora, mentre le tendopoli cominciano a svuotarsi, le attività muovono i primi passi e il cammino della ricostruzione è iniziato, anche se la traversata del deserto per riavere la casa, la scuola, la fabbrica, l’ospedale sarà ancora lunga per migliaia di Modenesi.
Per noi è stato fondamentale aprire in appena una settimana dal terremoto una tenda della protezione civile per il pronto soccorso odonto sia a Mirandola che a Carpi, con specialisti e infermieri dell’Azienda Usl di Modena. Così come è stato essenziale riuscire ad averne un’altra a Finale Emilia in collaborazione col Rotary International, che con i suoi odontoiatri volontari ha garantito nel territorio della Bassa un’assistenza odontoiatrica giornaliera gratuita alle popolazioni, diventata ancora più preziosa perché tutta la rete degli studi dentistici privati di quelle zone era ed è tuttora fuori uso.
Oggi essere riusciti a ripristinare l’attività specialistica odontoiatrica presso Carpi, Mirandola e Finale Emilia è per noi motivo di gioia, perché insieme ad altri servizi sanitari e commerciali che tutti i giorni ripartono, questi servizi danno un segnale di quella normalità e ripresa necessarie alle nostre genti per avere fiducia nel futuro.
Tutto intorno i segnali di ripresa sono ancora deboli, per le tante macerie, per le tante case lesionate gravemente e per i centri storici ripiegati su sé stessi, tra mille difficoltà tecniche e burocratiche, in una corsa con il tempo che vede alle porte l’autunno e le difficoltà che la stagione comporta.
Per questo motivo mi rivolgo con un “appello di solidarietà” nazionale a tutti i miei colleghi odontoiatri e a tutti i professionisti del mondo del dentale, agli amici presidenti di associazioni e società scientifiche che hanno sempre mostrato grande generosità, perché tutti insieme si possa essere attori diretti nella ricostruzione di un progetto che porterà con certezza e tempismo alla ricostruzione e ristrutturazione della scuola materna “Caduti per la Patria” di S. Felice sul Panaro. Con il nostro aiuto possiamo consentire il rientro a 150 bimbi, in assoluta sicurezza, facendo sì che non s’interrompa una tradizione scolastica che prosegue da oltre 100 anni.
Abbiamo scelto questo progetto in mezzo a tanti, tutti altrettanto meritevoli di essere sostenuti, perché la corsa con il tempo ci obbliga a privilegiare uno sostenibile e con una tempistica ben definita.
Certo di poter contare sulla vostra totale disponibilità e generosità vi allego i dettagli del progetto di solidarietà dal mondo odontoiatrico con tutti i riferimenti.
Resto a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti, vi ringrazio sin da ora per tutto l’aiuto che riuscirete a darci e vi aspetto fiducioso a fine lavori, alla riapertura della scuola!
(Pietro di Michele, Direttore U.O.C. di Odontostomatologia e Chirurgia Orale dell’Azienda Usl Modena – Presidente nazionale SOCI)
Come contribuire al progetto:
-bonifico sul c/c Scuola dell’infanzia Caduti per la Patria di S. Felice sul Panaro
IBAN: IT 09 P 05652 66980 CC0010100014
Causale: ristrutturazione post-terremoto
– Inserire anche nome, cognome e codice fiscale nel caso di persona fisica oppure ragione sociale e Partita Iva nel caso di Associazione scientifica odontoiatrica o di azienda commerciale del dentale.
L’inserimento dei dati anagrafici, del codice fiscale/partita IVA è necessario per permettere l’emissione della ricevuta del contributo economico versato.
– Inviare per conoscenza dell’avvenuto bonifico una e-mail a: p.dimichele@ausl.mo.it