Entra nel vivo dalla prossima settimana l’attività venatoria alla piccola fauna stanziale con il cane, in forma vagante, che vede impegnate tutte le oltre otto mila doppiette modenesi. Da lunedì 1 ottobre, infatti, i cacciatori potranno scegliere tre giornate di caccia, esclusi martedì e venerdì giorni quando scatta il “silenzio venatorio”, mentre le prime due settimane di attività (la caccia stanziale è iniziata il 16 settembre) si sono svolte con il limite di due giornate fisse a settimana. E sul corretto svolgimento dell’attività venatoria vigilano gli agenti della Polizia provinciale a cui si aggiungono il Corpo Forestale dello Stato, alcuni nuclei di Gev, Gel, guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie e le guardie degli Atc (vedi comunicato n. 701).
Possibile anche la caccia allo storno, specie particolarmente dannosa per i frutteti, «anche se – sottolinea Giandomenico Tomei, assessore provinciale con delega alle Politiche faunistiche – le limitazioni imposte dalla direttiva comunitaria sono talmente severe da impedire praticamente lo svolgimento dell’attività, con gravissime conseguenze per la nostra agricoltura. Tuttavia per far fronte a eventuali situazioni di emergenza segnalate dagli agricoltori la Provincia assicura una efficace e tempestiva effettuazione dei piani di controllo».
Da settembre ha preso il via anche la caccia di selezione al daino maschio, mentre il 16 settembre è partita quella al cinghiale in forma collettiva con i metodi della braccata e girata per proseguire fino al 31 gennaio.
Sono queste le date principali che scandiscono quest’anno il calendario venatorio provinciale, senza trascurare la novità più importante rappresentata dall’apertura, per la prima volta nel modenese, della caccia di selezione al cervo maschio che prende il via sabato 6 ottobre. Già partita, invece, in agosto la caccia di selezione al capriolo maschio secondo nuove modalità di comunicazione delle uscite per snellire le procedure.
Infatti, come sottolinea Tomei, «una più efficiente gestione dell’attività di selezione degli ungulati consente una migliore tutela della nostra agricoltura soprattutto in montagna. Per questo abbiamo avviato anche un nuovo sistema informatico che rende più agevoli le procedure relative ai censimenti, ai piani di prelievo e l’accesso a tutti i dati».
Il calendario venatorio provinciale è disponibile nel sito www.provincia.modena.it nella sezione Politiche faunistiche.
I CONTROLLI DELLA PROVINCIA, LE SANZIONI – RISPETTARE LE DISTANZE DI SICUREZZA DA CASE E STRADE
A un cacciatore è stato sequestrato il fucile per non aver rispettato il limite di colpi nel serbatoio. E’ solo l’ultimo intervento, avvenuto a Spilamberto giovedì 27 settembre, effettuato durante un controllo dalla Polizia provinciale.
Nel periodo di preapertura dal 1 settembre al 15 settembre sono stati effettuati 56 controlli con dieci verbali, soprattutto per addestramento cani in periodo non consentito, e due notizie di reato.
Nel periodo di caccia dal 16 settembre (apertura della stanziale) ad oggi sono stati fatti 495 controlli, 16 verbali, soprattutto per violazione delle distanze e per attività in zone non consentite, oltre a due notizie di reato.
«Il problema principale – sottolinea Emanuela Turrini, comandante della Polizia provinciale – resta, comunque, il mancato rispetto delle distanze di sicurezza, causa spesso di lamentele che la Polizia provinciale riceve dai cittadini durante la stagione venatoria. Sono arrivate, finora, 25 segnalazioni per la presenza di cacciatori vicino alle abitazioni tutte in zone di pianura e bassa collina».
Nel caso di mancato rispetto delle distanze di sicurezza (100 metri dalle abitazioni, 50 dalle strade e 150 quando si spara in direzione di una abitazione o strada) prevista una sanzione amministrativa di 206 euro.
Sul corretto svolgimento dell’attività venatoria sono impegnati in tutto 24 agenti del Corpo di Polizia della Provincia a cui si aggiungono, soprattutto in montagna, il Corpo Forestale dello Stato; collaborano anche alcuni nuclei di Gev, Gel, guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie e le tre guardie venatorie degli Atc.
Gli agenti controllano anche il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia.