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Carpi, un’integrazione al Rec in Consiglio

Il Consiglio comunale di Carpi nel corso della seduta di giovedì 27 settembre ha approvato una delibera con la quale si integra l’articolo 23 bis del Regolamento edilizio comunale, dando la possibilità così di installare moduli temporanei per l’esercizio di attività religiose, ricreative, sociali e comunque svolte da attività non profit. Presentata in aula dall’assessore all’Urbanistica Simone Tosi, questa delibera tiene conto del fatto che il sisma del maggio scorso ha danneggiato tanti edifici, che così potranno essere ri-localizzati o temporaneamente trovare un’altra sede in attesa di completarne il recupero e il ripristino e di predisporre gli elaborati tecnici e finanziari necessari. La collocazione dei moduli temporanei è prevista per un periodo massimo di dieci anni.

“Questa delibera serve per dare innanzitutto una risposta rapida alla parrocchia di Budrione – ha detto Tosi – La chiesa è inagibile e la Caritas nazionale si è offerta di insediare qui un Centro di comunità ma chiede di indicare un tempo lungo di permanenza di questa sede provvisoria. Diamo così un segno alla frazione e anche a Migliarina”. La delibera è stata approvata all’unanimità, non prima però che il capogruppo del Pdl Roberto Andreoli avesse manifestato stupore per il fatto che si richiedesse al civico consesso di precisare con questa delibera “una cosa che appariva scontata”. Marco Bagnoli (Pd) dal canto suo ha spiegato come a suo parere invece questa delibera fosse giustificata visto il valore sociale dell’intervento, mentre Paolo Gelli (Pd) ha ricordato come Carpi rispetto ad altri entri vicini avesse avuto minori difficoltà nell’essere flessibile affrontando certi temi.

L’assessore Tosi ha rammentato in sede di replica come Carpi fosse stato il primo Comune ad approvare dopo il sisma modifiche al Regolamento edilizio, come fossero stati esentati dal pagamento di oneri coloro che stanno svolgendo lavori di recupero e come il fine dell’amministrazione fosse quello di dare risposte veloci e concrete alla comunità. “Abbiamo chiesto alla Caritas perché necessitasse di un atto formale come questa integrazione al Regolamento edilizio e ci hanno detto che avevano avuto altre esperienze non felici in altre zone terremotate. Preciso poi – ha concluso – che l’amministrazione comunale è disponibile a valutare Varianti per interventi simili, per far diventare strutture stabili quelle che ora sono temporanee, purchè ovviamente non ci siano fini speculativi”.

















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