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Fiorano, il consigliere comunale Francesco Melandri sulla revisione della spesa pubblica nella sanità

“E’ diventato legge un progetto di revisione della spesa pubblica (spending review), alias l’ennesima manovra finanziaria di 26 mld, che sarà ricordato per il colpo grave inferto al sistema sanitario e per il taglio delle prestazioni che seguirà, a dispetto del velleitario ed ipocrita titolo ‘ad invarianza dei servizi per i cittadini’” – così il consigliere Francesco Melandri, del gruppo Partito Democratico -.

“A dispetto del merito di associare, pur tra carenze e limiti, una spesa tra le più basse in Europa con indicatori di salute tra i migliori, la Sanità è diventata il settore più bersagliato da tagli indiscriminati, sia perché parte del pubblico impiego sia perché considerato contenitore di molta spesa eccessiva ed ingiustificata, come testimoniano le leggi finanziarie degli ultimi anni, fino al decreto sulla revisione della spesa. Senza contare che l’azzeramento dei finanziamenti per le fasce sociali deboli carica sul sistema sanitario anche problematiche di interesse prevalentemente sociale.

L’intervento nel merito dei singoli fattori produttivi segna il ritorno del centralismo in sanità a dispetto del tanto declamato e decantato federalismo, condannando le Regioni ad una sostanziale irrilevanza, di cui si lamentano almeno quanto della entità dei tagli subiti.

Nel merito, si porta un nuovo e pesante mattone allo svuotamento del sistema sanitario pubblico, impoverendolo ulteriormente di risorse economiche, strutturali e professionali. A fronte di margini di recupero di risorse e di miglioramento della appropriatezza delle prestazioni, per i quali è indispensabile il coinvolgimento dei professionisti, il Governo ha scelto un approccio lineare e top-down che mette a rischio gli obiettivi di tutela della salute fissati dalla Costituzione.

Il servizio sanitario rappresenta un valore fondamentale per un Paese civile, anche e soprattutto in tempi di profonda crisi economica e, non a caso, gli inglesi ne celebrano la nascita alla apertura delle Olimpiadi. In Italia è in atto una sua progressiva disgregazione.

Impoverendo la sanità pubblica, screditandola, svuotandola di competenze professionali ed innovazioni tecnologiche, si incentiva un processo di privatizzazione del sistema sanitario, a tutto vantaggio del privato che opera al di fuori del Ssn, e in assenza di una esplicita volontà politica in tal senso. Aumenta il ticket a carico dei cittadini e sale il carico fiscale mentre calano quantità e qualità dei servizi sanitari erogati.

Un sistema pubblico povero per i poveri è quello che si intravede in prospettiva.

L’evoluzione regressiva del SSN, che non dipende solo da una insufficienza di risorse, ma anche da sprechi, interessi illegali, improprie relazioni tra politica e gestione, ipoteca il futuro delle professioni sanitarie, rallentando lo sviluppo della moderna medicina, della ricerca tecnologica sanitaria, della innovazione, della formazione, dei modelli organizzativi.

La mancata riforma delle cure primarie mutila il sistema sanitario di parti essenziali.

Si acuisce anche la crisi del carattere unitario del servizio sanitario, la cui disarticolazione comporta una perdita complessiva di coesione sociale. La qualità e sicurezza delle cure, come le cronache dimostrano, è divenuta funzione del codice postale ed il rischio clinico una variabile della latitudine. Il federalismo sanitario ha finora prodotto aumento delle ineguaglianze tra Nord e Sud, ingiustificati eccessi, scarsa garanzia dei LEA e mantenuto all’interno di molte Regioni santuari intoccabili.

E ai cittadini cosa rimane ? – conclude Francesco Melandri.

















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