Il prossimo 18 ottobre, in occasione della giornata mondiale sull’Osteoporosi, anche il Policlinico di Modena ha aderito al progetto di O.N.Da., l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, che ha coinvolto il network di ospedali che hanno ottenuto i “Bollini rosa” per la loro attenzione alla salute delle donne, in una giornata di sensibilizzazione rivolta alle donne per la prevenzione e la cura dell’Osteoporosi.
In particolare per tutta la giornata di giovedì 18 ottobre la Struttura Complessa di Reumatologia del Policlinico diretta dal prof. Clodoveo Ferri, offrirà controlli gratuiti, riservati alle donne, dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30. Per aderire occorre prenotare, telefonando allo 059.422.5636, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, sino al 12 ottobre e sino ad esaurimento posti.
L’osteoporosi è una patologia caratterizzata dalla progressiva diminuzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Il fenomeno, strettamente legato al processo di invecchiamento, porta all’aumento della fragilità ossea e al conseguente aumento del rischio di fratture. Si calcola che in Italia – che è il Paese europeo con la massima percentuale di ultra sessantacinquenni (18,3%) – il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini oltre i 60 sia affetto da osteoporosi. Se consideriamo che la mortalità legata alla frattura del femore è di circa 15-25% e che solo il 30-40% di chi ha subito la frattura del femore, a un anno dall’incidente, ha recuperato autonomia nella vita quotidiana. A questa problematica si aggiungono quelle delle fratture spontanee delle vertebre, che hanno un’incidenza paragonabile a quella del femore. “Insomma, basta osservare questi pochi dati per accorgersi di quanto siano pesanti i costi sociali per le complicanze dell’osteoporosi, condizione ancor oggi troppo spesso sottovalutata. È fondamentale quindi l’incremento delle azioni di prevenzione che devono cominciare precocemente, sin dall’adolescenza, quando, per esempio, una corretta alimentazione ed una cultura dell’attività sportiva contribuiscono a consolidare la massa ossea. Giova ricordare che, se l’obesità è un fattore di rischio per tante malattie, l’osteoporosi è favorita anche dall’eccessiva magrezza che si accompagna ad una rarefazione dell’osso”. Spiega il dottor Carlo Manzini, reumatologo del Policlinico che si occupa di osteoporosi.