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Modena: primo piano provinciale per il rischio sismico

Tutte le procedure da adottare in caso di terremoto e i diversi compiti assegnati a ogni ente, forze dell’ordine e volontari in caso di emergenza sismica. Il modello di intervento viene indicato nel primo Piano provinciale di emergenza in caso di rischio sismico che la Provincia ha presentato oggi a tutti i soggetti interessati.


Nel documento – che parte dalla nuova classificazione del rischio sismico – vengono illustrati anche tutti gli elementi sensibili, le risorse e le attrezzature disponibili. Definiti anche tutti i 47 piani comunali in caso di evento sismico di una certa rilevanza.

Due gli scenari previsti: un sisma di primo livello con intensità da 3.7 a 5.5 della scala Richter (V-VII grado Mercalli), simile a quello avvenuto a Modena il 15 ottobre del 1996, e uno di secondo livello con intensità superiore ai 5.5 Richter (oltre l’VIII grado Mercalli).

Nel primo caso il sisma viene avvertito dalla popolazione, non provoca eccessivi danni alle strutture, ma è possibile un blocco delle linee telefoniche. Nel secondo caso, invece, definito “da forte a distruttivo”, si verificano danni alle persone, saltano i telefoni e si registra una paralisi temporanea dei servizi di emergenza.

A questo punto scatta la fase di emergenza. Il piano individua compiti e modalità di intervento di diversi soggetti tra cui i Vigili del fuoco, il 118 Modena soccorso, la Prefettura, le forze dell’ordine, fino ai volontari della Consulta provinciale di protezione civile.

Come sottolinea Alberto Caldana, assessore all’Ambiente e protezione civile della Provincia di Modena, “per fornire una risposta adeguata, la prima esigenza è quella di garantire una coordinamento efficace tra tutti i soggetti coinvolti, avere a disposizione tutte le informazioni sulle caratteristiche dell’evento e poter contare su procedure certe sperimentate e messe a punto con le esercitazioni nei cosiddetti tempi di pace”.

Il piano stabilisce tempi e modalità della costituzione delle strutture di protezione civile (dalla Sala operativa ai Centri operativi comunali), individua le aree di accoglienza, le strutture a disposizione, i mezzi e i materiali ma anche le strutture sanitarie dagli ospedali agli ambulatori, ai depositi farmaceutici.

Prevista anche una banca dati di tutti gli elementi sensibili: scuole, ospedali, centri di maggiore affollamento, case di riposo, alberghi, attività produttive comprese le imprese considerate a rischio di incidente rilevante.

Per ogni comune, infine, vengono definiti singoli piani di emergenza con l’indicazione puntuale di tutti gli strumenti necessari per fronteggiare in modo efficace le diverse fasi di una crisi.

















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