Scaricavano da un sito Internet non presente nei motori di ricerca web, filmati con bambine di età compresa tra i 4 e gli 8 anni, vittime di abusi sessuali e sevizie. Gli indagati sono tutti uomini, di media età, di varie estrazioni sociali: ci sarebbero anche tre sacerdoti, un assistente sociale, un vigile urbano, un sindaco e un assessore.
Le loro abitazioni e i loro luoghi di lavoro sono stati perquisiti nell’ambito di una operazione nelle scorse settimane, ma la notizia si è appresa soltanto oggi.
34 sono residenti in Lombardia, 22 in Veneto ed altrettanti nel Lazio, 17 in Piemonte, 13 in Emilia Romagna, 11 in Campania e Toscana, 10 in Sicilia e Liguria, 8 in Trentino, 7 nelle Marche, 5 in Puglia, Friuli e Abruzzo, 4 in Calabria e 2 in Basilicata.
Perquisizioni sono state eseguite anche nella casa di un educatore all’infanzia siciliano, di un agente di polizia municipale marchigiano, di un operatore di un centro oncologico veneto, di un sindaco e di un assessore di due Comuni lombardi. Nell’ambito delle 186 perquisizioni, compiute da polizia postale, carabinieri e guardia di finanza, sono state sequestrati alcuni filmati di produzione ‘artigianale’, sul quale sono in corso indagini del Nucleo investigativo telematico per identificare i bambini coinvolti nelle riprese.
L’inchiesta, denominata ‘Video prive’, coordinata dal procuratore della Repubblica aggiunto di Siracusa, Giuseppe Toscano, e dai sostituti Antonio Nicastro e Manuela Cavallo, è scaturita da una serie di dettagliate denunce presentate dall’associazione Telefono Arcobaleno.