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Politiche per la sicurezza. Al via in Emilia-Romagna la raccolta di firme per favorire l’emersione alla legalità delle imprese sequestrate alla mafia

Più di 50 mila firme per restituire alla collettività i beni e le aziende sottratte alla mafia. E’ l’obiettivo della campagna “Io riattivo il lavoro” promossa, a sostegno di un progetto di legge di iniziativa popolare, dal comitato regionale composto da Cgil, Arci, Libera, Centro studi Pio La Torre, Avviso Pubblico, Confesercenti SoS Impresa, Legacoop e Acli e sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna.

La raccolta delle firme è partita ufficialmente oggi a Bologna e proseguirà fino a maggio in tutto il Paese. Una volta raggiunte quelle necessarie (50 mila), il progetto di legge sarà depositato in Parlamento.

L’iniziativa di legge popolare è un testo di 10 articoli che vogliono assicurare tutti gli strumenti necessari a scongiurare il fallimento delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata e tutelare i lavoratori, puntando soprattutto su trasparenza, formazione, concertazione con le parti sociali, white list e accordi con la pubblica amministrazione per favorire l’emersione alla legalità del lavoro e delle aziende.

“La Regione metterà tutto il proprio impegno istituzionale al fianco delle associazioni che hanno promosso questo importante progetto di legge”, ha sottolineato la vice presidente della Regione Simonetta Saliera, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’avvio della campagna di raccolta delle firme, cui hanno preso parte Mirto Bassoli (Cgil Emilia-Romagna), Daniele Borghi (Libera), Roberta Cappelli (Arci), Alberto Armuzzi (Legacoop), Walter Raspa (Acli), Roberto Lucchi (Sos Imprese Confesercenti) e Franco Corradini (Avviso Pubblico)

“Continueremo il lavoro avviato con le leggi approvate negli ultimi due anni – ha detto Saliera – con le iniziative rivolte ai giovani e agli imprenditori e quelle di aiuto ai Comuni per il recupero dei beni immobili confiscati, e affiancheremo il comitato promotore che riunisce realtà che vivono in prima persona l’impegno nel contrasto alla diffusione della criminalità organizzata e nella diffusione della cultura della legalità. L’obiettivo è dare speranza e una alternativa forte ai lavoratori e alla comunità”.

Bassoli ha spiegato: “Il 90% delle aziende confiscate fallisce a causa dell’inadeguatezza dell’attuale legislazione, incapace di garantire gli strumenti necessari per l’emersione alla legalità e valorizzare a pieno l’enorme potenzialità economica di queste aziende, nel momento in cui vengono strappate dalle mani della mafia. Anche in Emilia Romagna si sta manifestando una maggiore capacità di penetrazione della criminalità organizzata nell’economia, in molti settori. Inoltre la situazione si sta ulteriormente aggravando anche in rapporto all’andamento della crisi”. Nel dettaglio, i dati forniti dall’Agenzia nazionale indicano che in ambito regionale, dal ’92 al 2012, sono stati confiscati 70 immobili e 25 aziende. L’Emilia Romagna è terza, tra le tredici regioni a nord del Lazio, per numero di beni immobili confiscati alla mafia e seconda per numero di imprese sotto confisca.

Il progetto di legge

Tra gli strumenti concreti proposti nel testo del progetto di legge ci sono, tra l’altro, la creazione di un fondo nazionale di rotazione, finanziato con una parte delle risorse confiscate alla criminalità, per garantire l’accesso al credito bancario e pagare gli stipendi; agevolazioni per la regolarizzazione, per la messa in sicurezza dell’azienda e per chi le commissioni lavori o forniture; l’estensione del concordato anticrisi per scongiurare il fallimento e l’accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori.

Per promuovere l’uso sociale delle imprese, il progetto di legge punta a incentivare la costituzione di cooperative di lavoratori disposti a rilevare l’azienda, affiancandoli con percorsi di formazione e aggiornamento.

Previsti anche la costituzione di una banca dati nazionale delle aziende sequestrate e confiscate con l’obiettivo di tutelarne la posizione di mercato; l’istituzione presso l’Agenzia Nazionale di un ufficio dedicato alle attività produttive e alle relazioni sindacali con l’obiettivo di fornire il supporto per scongiurare il fallimento e tutelare i livelli occupazionali e, infine, la creazione di tavoli provinciali, in collaborazione con l’Agenzia nazionale e le Prefetture per l’emersione alla legalità delle aziende e il pieno coinvolgimento del territorio.

Le firme saranno raccolte, oltre che nei banchetti della campagna allestiti nelle diverse città, anche nelle sedi territoriali delle associazioni promotrici della campagna.

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