È stato approvato lunedì sera in consiglio comunale a Casalgrande, con undici voti favorevoli, la proposta dell’ambito territoriale ottimale e omogeneo dei comuni di Baiso, Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano e Viano, ai sensi della legge L.R. n. 21 del 21 Dicembre 2012: “Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”. I due Comuni, precedentemente aggregati alla Comunità montana dell’Appennino reggiano, faranno da oggi parte dell’ambito territoriale del distretto ceramico.Per il sindaco Andrea Rossi: «Abbiamo votato un atto importante in consiglio, in virtù di un fatto amministrativo, dato che la legge regionale 21/2012 sul sistema del riordino territoriale chiede ai Comuni di ridefinire o confermare entro il 20 febbraio gli ambiti territoriali ottimali, all’interno dei quali le funzioni vengono gestite in forma associata tramite l’Unione dei Comuni. Da questo punto di vista è un passaggio importante, poiché si parte dal presupposto che l’autonomia locale ha la necessità di intravedere un riordino complessivo che inizi a modificare la situazione data. Quello di lunedì è un primo passo verso questo tipo investimento, così come lo era la legge di revisione delle funzioni amministrative delle Province, poi bloccato dal governo.
Il secondo tema significativo è quello di superare il ruolo delle Comunità montane che devono diventare Unioni. Baiso e Viano erano in una situazione spuria, poiché facevano parte della Comunità, ma appartenevano al distretto socio-sanitario di Scandiano.
Naturalmente, con questo atto si apre una riflessione sul futuro dell’Unione dei comuni Tresinaro-Secchia e credo che quello dell’eventuale allargamento sarà una delle priorità. Certo, siamo consapevoli che occorrerà intervenire sugli statuti comunali e occorrerà implementare i servizi, come ad esempio nel caso della Polizia municipale, ma è innegabile che Biaso e Viano vantino una cultura industriale omogenea con il distretto ceramico, perché si tratta di due realtà vicine a noi, sia culturalmente sia per confini territoriali. È un percorso ineludibile, ed è il preludio a una riflessione seria anche sulla riunione e la fusione dei Comuni e sulla razionalizzazione della spesa pubblica. Penso che ci voglia coraggio -conclude Rossi- e nulla può restare come prima».