“Nel momento in cui la discussione sul PSC di Modena sta entrando nel vivo, paradossalmente avvertiamo l’assenza dal dibattito, della ‘questione commercio’. Un fatto decisamente singolare e preoccupante insieme, se consideriamo che Il commercio è una funzione strettamente connessa al tessuto urbano, il cui sviluppo non può non essere fortemente collegato allo sviluppo di tutta la città. Il governo urbanistico della rete commerciale non può prescindere dalle politiche di sviluppo delle altre funzioni, in modo particolare quella residenziale. Deve poi necessariamente inserirsi nelle politiche di riassetto di una viabilità maggiormente sostenibile. Per tutte queste considerazioni la programmazione dello sviluppo della rete distributiva di una città come Modena non può essere stralciata e trattata a parte dalla discussione sullo sviluppo urbanistico dell’intera città”. La riflessione arriva da Confesercenti Modena.
La progressiva desertificazione della periferia cittadina come in parte del cuore storico di Modena a causa della chiusura degli esercizi del commercio al dettaglio tradizionale, è la dimostrazione secondo l’Associazione imprenditoriale che la pianificazione della città del futuro non può prescindere dagli insediamenti commerciali e dal ruolo ‘di presidio sociale’ che una rete diffusa di piccole imprese esercita e può garantire. “Ed è su queste considerazioni – aggiunge Confesercenti – che riteniamo fondamentale un approccio metodologico corretto e che dovrebbe sovraordinare qualsiasi pianificazione del territorio. Questo dunque è ciò che chiediamo all’Amministrazione comunale, prossima a varare le linee e di indirizzo del PSC. Piano, come più volte sottolineato che non dovrà produrre ulteriori consumi del territorio, quanto puntare invece su recupero e riqualificazione dell’esistente. Una regola, che deve valere anche per la rete commerciale. L’esigenza di dare risposte in termini di servizi e di offerta commerciale a nuove forme di aggregazione urbana può e deve essere affrontata in un’ottica innovativa”.
“Dunque – prosegue l’Associazione – riteniamo che per il futuro occorra prioritariamente favorire la riqualificazione delle medie superfici già esistenti, ricordando per altro che già sono previste due medie superfici alimentari di nuova apertura: Manifattura Tabacchi e Carlo Sigonio. Ma soprattutto si ritiene necessario favorire e promuovere in alternativa ai tradizionali centri commerciali di media dimensione, aggregazioni di attività specializzate tra loro complementari in grado di dare una risposta soddisfacente ai bisogni dei quartieri. La leva urbanistica dovrebbe promuovere tali forme di insediamento che oltre a rappresentare un sistema di opportunità per imprenditori esistenti e nuovi è destinata anche avere un impatto positivo sul traffico veicolare. Le norme di liberalizzazione in materia di commercio nulla sottraggono alla necessità di programmare il commercio attraverso lo strumento urbanistico. Quello che sosteniamo è che tale programmazione sia ispirata a criteri di sostenibilità economica e ambientale e sia guidata da un approccio maggiormente innovativo rispetto al passato”.