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Modena, Bulgarelli (PD): “Un confronto aperto per il PSC”

Lunedì approda in Consiglio comunale a Modena il documento di indirizzo che aprirà poi il percorso per il vero e proprio PSC di Modena. Il commento di Vanni Bulgarelli, responsabile provinciale del programma del Pd, elaborato sulla base del lavoro svolto dal partito per contribuire alla messa in campo di contenuti forti nelle strategie territoriali e urbanistiche della città per i prossimi decenni:

«Con la presentazione in Consiglio Comunale del documento di indirizzo, che non è un documento di piano, importante ma non conclusivo, si aprirà il percorso vero e proprio per il PSC di Modena. La politica deve offrire alla città piste di approfondimento dei contenuti, non chiudersi in schemi e alleanze precostituiti. Giusta è stata la scelta dell’Amministrazione di stimolare con Effetto Modena la partecipazione dei cittadini, per favorire confronti e contributi della società modenese e non solo di qualche soggetto più attivo. Nel documento d’indirizzo è bene concentrarsi sui punti essenziali delle prospettive strategiche della città e del suo territorio, sugli elementi qualitativi necessari a riprodurre sviluppo, benessere, coesione e qualità ambientale. Dobbiamo superare i limiti di una discussione, ora tutta politica, molto parziale, avvitata su aspetti attuativi e quantitativi, legati al presente e alla dimensione municipale dei temi. Certo, non aiuta la contrapposizione che per anni ha cristallizzato interessi e ha polarizzato posizioni, culturali e politiche. Modena è stata all’avanguardia nelle politiche urbanistiche per la qualità dell’ambiente urbano. Da molto tempo è avviata la riqualificazione e la rigenerazione di grandi aree e resta prioritario il riuso del suolo già urbanizzato. Per questo serve il deciso cambiamento d’impianto, di regole e procedure, insieme del PSC e del RUE, riducendone nettamente il peso burocratico. La riqualificazione di aree della città e non solo di singoli edifici, comporta l’accelerazione del miglioramento della città costruita e non il suo congelamento, per offrire una prioritaria risposta alla nuova domanda abitativa sociale anche in città, cambiando regole e meccanismi consolidati E’ un percorso difficile, reso più arduo dalla crisi economica e da norme nazionali decrepite, ma vanno comunque spinte le opportunità di investimento, uscendo dagli slogan, per produrre nuovo lavoro e dare spazio a nuove imprese, combattendo forme di rendita e abbandono. Va assunta a riferimento, come fa il documento e come va ancora rafforzato nella formazione del PSC, la città effettiva, ovvero l’area metropolitana che comprende l’insieme dei comuni e dei territori confinanti, da coinvolgere attivamente e permanentemente. La dimensione stessa del piano dipende dall’area complessiva di riferimento e dalla sua organizzazione come sistema. Va sostenuta la presenza di Modena nelle reti lunghe della globalizzazione culturale, economica e territoriale, seguendo le esigenze e le aspirazioni delle sue componenti più dinamiche. Ciò significa orientare le infrastrutture materiali e immateriali, le relazioni con altre realtà italiane ed europee e le relative implicazioni di sistema territoriale. Una città che mantiene e riconquista la sua bellezza interiore e la qualità fisica delle periferie e del centro, reinventa le relazioni economiche e culturali con le aree agricole, produce coesione sociale e richiama risorse umane e investimenti materiali, che vanno adeguatamente stimolati e accolti. Serve coraggio e fiducia nel futuro, superando posizioni pregiudiziali e conservatrici, innovando il modo di “fare città”. Proseguiremo con sistematicità e continuità il lavoro politico e programmatico, seguendo i prossimi passaggi del futuro del PSC, confrontandoci ancora con le forze politiche e sociali della città».

 

















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