“Negli ultimi 40 anni sono stati 6 milioni gli ettari di terreno abbandonati con oltre un quarto del territorio attualmente coltivato rimasto senza cure e dunque più vulnerabile al rischio di degrado e incendi”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare l’importanza di coinvolgere le imprese agricole nell’azione di prevenzione sfruttando le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale” anche attraverso l’utilizzo di mezzi meccanici agricoli”.
Sono ancora troppo pochi – sostiene la Coldiretti – i Comuni che nell’opera di prevenzione dagli incendi coinvolgono gli imprenditori agricoli che potrebbero, all’occorrenza, trasformarsi in vere e proprie squadre antincendio mettendo a disposizione delle amministrazioni pubbliche, nella lotta contro il fuoco, i mezzi, le attrezzature e le professionalità, utilizzate per i normali lavori agricoli. Ma serve soprattutto – continua la Coldiretti – un’azione di prevenzione dagli incendi, fondata anche sul coinvolgimento responsabile degli agricoltori per salvaguardare il patrimonio forestale nazionale messo a rischio dai pericolosi effetti dell’abbandono delle aree interne e più deboli del Paese. Conseguenze che – precisa la Coldiretti – potrebbero essere frenate proprio grazie ad un’adeguata azione di sorveglianza, manutenzione e gestione delle foreste svolte dagli imprenditori agricoli.
Per questo – continua la Coldiretti – serve un accordo con le pubbliche amministrazioni che fissi, sulla base della legge di orientamento, le regole per l’incentivazione e lo sviluppo dell’attività di presidio del territorio e dell’ambiente, specialmente nelle aree a rischio per incendi, frane ed alluvioni. Un obiettivo che nei parchi e nelle aree protette (che coprono quasi il dieci per cento del territorio nazionale) sarà più facile da raggiungere grazie all’azione di “agricoltori ranger” la cui presenza è incentivata da un documento firmato da Coldiretti, Legambiente e Federparchi che prevede in queste aree “la massima diffusione dei contratti territoriali per rafforzare la vocazione multifunzionale delle imprese agricole nell’esercizio dei compiti di tutela ambientale”.