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Carpi, discussa in Consiglio un’interrogazione sul post sisma

terremoto_carpiNel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 21 marzo il capogruppo PdL Roberto Andreoli ha presentato un’interrogazione con un testo articolato che, partendo dalle norme contenute nella deliberazione legislativa della Regione Emilia-Romagna del 18 dicembre scorso e relativa alla ricostruzione post sisma “prevede che i Comuni, per poter dare ad essa un’attuazione debbano scegliere se redigere un Piano della Ricostruzione o rivedere i vincoli che insistono su alcuni fabbricati dalla pianificazione esistente: il primo è un atto che sottostà ad un iter paragonabile all’adozione di un Psc, la seconda scelta invece è un atto del Consiglio comunale che ha tempi molto più brevi”. A Carpi, segnalava Andreoli nella sua interrogazione, i danni da sisma hanno riguardato poche UMI, Unità Minime d’Intervento, nel centro città ma molte di più nelle zone agricole su edifici rurali. “Chiediamo dunque all’amministrazione – si legge nel documento dell’esponente del PdL – quale procedura intenda attivare e con che tempi, e nel caso scegliesse la revisione dei vincoli perché non attivando il civico consesso nel minor tempo possibile. E non è il caso di risolvere una volta per tutte in modo definitivo e trasparente le modalità d’intervento in regime di normale attività edilizia su queste tipologie di immobili rurali per i quali è vietato l’intervento di demolizione e ricostruzione, in aperta contraddizione tra le esigenze di tutela e quelle della normativa antisismica?”. Andreoli ha poi posto altre domande all’amministrazione comunale nella sua interrogazione in merito ai contributi per la ricostruzione in caso di vendita degli immobili interessati da lavori, ai contributi per i lavori necessari per acquisire l’agibilità dei capannoni industriali, alle modalità di acquisizione dei lavori edili in appalto. “La mia interrogazione è del 28 gennaio, siamo al 21 marzo e ciò dimostra l’attenzione che l’amministrazione comunale mostra per il tema” ha affermato infine Andreoli.

L’assessore all’Edilizia privata Simone Tosi ha iniziato la sua replica definendo “sopra le righe” questa ultima critica del consigliere, “che respingiamo. Punteremo ad un Piano della Ricostruzione per stare al fianco dei cittadini e delle imprese che hanno subito danni, attraverso consultazioni con associazioni di categoria per capire qual è l’idea dei carpigiani sulle aspettative rispetto a questo Piano, per la realizzazione del quale selezioneremo professionisti, e definiremo così uno strumento che poi ci servirà in sede di redazione del futuro Psc. In attesa di questo Piano della Ricostruzione – ha continuato – i progetti riguardanti fabbricati con vincoli parziali in zona agricola verranno portati da noi in Consiglio comunale, chiedendo di togliere il vincolo dopo un esame tecnico. Nel Piano della Ricostruzione prevediamo di togliere tutti i vincoli da edifici lesionati. Rispetto alle UMI verremo in Consiglio entro aprile per decidere cosa intendiamo con questa definizione: per noi si tratta di unità strutturali, e ciò potrà aiutare ad intervenire senza bisogno di avvocati quando ci sia una diatriba legale tra proprietari o vicini su tempi e modi dei lavori di recupero di immobili. Sui cambi di destinazione d’uso siamo d’accordo con Andreoli ma non conosco la filosofia che ha portato all’ordinanza sui capannoni: nel caso qualcuno qui sia già intervenuto con fondi propri è previsto il rimborso nel bando dell’Inail che finanzia la messa a norma, ma solo se non si è utilizzata la struttura non a norma per continuare le attività produttive dopo il sisma”.

Andreoli in sede di controreplica ha infine spiegato che il Comune è molto distante dai cittadini a differenza di quanto dice, “gli operatori del settore dicono che l’ente locale sta brancolando nel buio, tanto che dall’incontro con i tecnici del 17 gennaio scorso c’è stato il vuoto assoluto. La normativa è immensa e farraginosa, non si può lavorare e l’amministrazione manifesta una volontà immanente – ha concluso – decidendo di vagliare i singoli casi con vincoli parziali, senza farlo in modo complessivo in attesa del Piano della Ricostruzione”.

 

















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