L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bologna Amelia Frascaroli in merito ai presidi messi in atto nei dormitori di via del Milliario, via Pallavicini, via Sabatucci e via del Lazzaretto.
“Questa mattina in quattro strutture dedicate in parte anche al Piano freddo, una cinquantina di persone in totale hanno aderito ad un presidio di A.S.I.A. promosso da circa mezza dozzina di attivisti per chiedere la proroga del Piano freddo, scaduto lo scorso 31 marzo, e la consegna di stabili per progetti di autogestione.
Ho vistato di persona le quattro strutture per capire i motivi di questa protesta. Ho spiegato ai presenti, in maggioranza maschi adulti, che rispetto alla data di scadenza il Piano freddo ha già avuto una proroga, fino ad oggi, e che non ci sono le condizioni né economiche né progettuali per proseguire.
Il Piano freddo è un piano dedicato esclusivamente al periodo invernale e questa Amministrazione non ammette forme di assistenzialismo fine a sé stesse.
Il Piano Freddo a Bologna è attivo da una quindicina di anni, ma tutti sanno che il progetto è dedicato solo al periodo invernale. Negli ultimi due anni le persone che si sono rivolte al servizio Piano Freddo sono aumentate, mai tuttavia é aumentato il numero delle persone presenti in strada alla fine del periodo invernale. Ribadisco, non possiamo ammettere nessuna proroga, non ci sono le possibilità reali dal punto di vista di sostenibilità ed opportunità.
Intendo sottolineare che, come sempre, per le persone più fragili ovvero per chi ha bisogno di cure sanitarie e per le famiglie con bambini, l’Amministrazione continua ad assicurare protezione, così come tutto l’anno è garantita l’ospitalità per la cosiddetta ‘bassa soglia”. Chiunque, in questo modo, può rivolgersi ai servizi per avere assistenza per 14 giorni, rinnovabili.
Rilevo che il presidio A.S.I.A. sta mettendo in difficoltà la gestione della presa in carico nelle strutture delle persone in ‘bassa soglia’ che non trovano disponibili i posti loro dedicati ed oggi indebitamente occupati.
Progetti di emergenza sociale, della quale abbiamo ampia conoscenza, ce ne sono molti in campo come per esempio: la Social Card, l’accompagnamento all’inserimento lavorativo “progetto bussola per il lavoro”, progetti per la transizione abitativa gestiti dall’Istituzione per l’Inclusione Sociale.
Altri proposte per la cura delle persone in difficoltà sono oggi in cantiere da parte dell’Amministrazione comunale. Chi ha voluto collaborare con il Comune sui progetti per l’abitare e la fragilità è sempre stato ascoltato, le prove di forza non aiutano nessuno, soprattutto chi ha veramente bisogno”.