“Una mattina mi son svegliato”, dice la canzone partigiana. E una mattina il vecchio Erio si sveglia, ma invece dell’invasore, trova ad attenderlo un’Alfa Duetto. É una storia di amicizia e di memoria della Resistenza, il viaggio in una collina esplorata tante volte in bicicletta, che porterà l’anziano professore Erio a ricordare l’eccidio nazifascista di Ospitaletto di Marano, del 1944, e la più giovane delle sue vittime, Maria Savigni, di soli 16 anni. Si presenta venerdì 5 aprile alle 21 alla Tenda di viale Molza, lo spazio delle Politiche giovanili del Comune di Modena, il romanzo di Francesco Ricci “Bella ciao”, pubblicato nel 2012 dalla casa editrice Incontri. La serata, a ingresso gratuito, è a cura dell’associazione Asino che vola e dell’Istituto storico di Modena. Dialogherà con l’autore Giulia Bondi, giornalista e vice presidente dell’Istituto storico.
Il romanzo prende il via quando Erio viene “rapito” da un amico ed ex allievo, che lo sottrae ai giardini popolati di badanti per un viaggio in collina. Là, tra le pieghe dei calanchi e il profilo del monte Cimone, in una sola estate Erio ha incontrato e perduto il primo amore della sua vita. “Erio, facciamo un giro. Prendiamo quello che viene. Lasciati andare. Tu ed io, lasciamo perdere la storia, la memoria. Prendiamoci un po’ di fresco in faccia. Lasciamo spazio all’immaginazione. Che ne so di te sedicenne?”: così l’ex allievo e narratore del romanzo invita l’anziano professore a cominciare un viaggio che lo porterà a rievocare la propria giovinezza e l’amore per Maria, uccisa a sedici anni nella rappresaglia nazista di Ospitaletto di Marano.
Francesco Ricci, nato a Reggio Emilia nel 1958, si è occupato per anni di comunicazione sociale e aziendale e attualmente gestisce un ristorante osteria in Appennino modenese. Ha pubblicato per i tipi di Limina “Il 68 a pedali”, diario di un ciclista mai esistito che corre a fianco di Eddy Merckx il Giro d’Italia.