I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia congiuntamente ai colleghi di Potenza hanno condotto una vasta operazione nell’intero territorio nazionale sgominando un organizzazione criminale che agiva soprattutto una “cellula” costituitasi nel capoluogo reggiano composta in prevalenza da albanesi che conducevano una doppia vita: di giorno lavoro e famiglia e di notte malviventi senza scrupoli che razziavano gioielli e danaro nelle ville nottetempo mentre gli ignari proprietari vi dormivano all’interno. Sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata ai furti, alla ricettazione, allo sfruttamento della prostituzione e al tentativo di omicidio le 15 persone (14 cittadini albanesi e un italiano) arrestate stamani dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione denominata “Florì” che ha coinvolto a pieno titolo Reggio Emilia dove aveva base operativa per l’appunto la “cellula” reggiana che agiva in sinergia con quella costituitasi nel napoletano. Le due formazioni erano strettamente collegate tra loro in quanto i sodali si spostavano temporaneamente dall’una e dal’altra anche per confondere le loro ricerche e i rispettivi capi erano strettamente in contatto con frequenti viaggi per convogliare i proventi. Batterie quindi che agivano in modo itinerante facendo numerosi furti in ville (da dove rubavano soprattutto contanti, oro, oggetti preziosi e materiale informatico). Nel reggiano sono stati portati a compimento una trentina di furti prevalentemente in abitazione computi nottetempo mentre gli ignari proprietari dormivano. La refurtiva veniva poi venduta ad altri gruppi specializzati nella ricettazione, e i proventi venivano utilizzati per sovvenzionare bande criminali operanti in Italia e in Albania dediti alla tratta delle ragazze del’est Europa da avviare alla prostituzione in Italia. Gli 11 indagati di Reggio Emilia erano ben inseriti nel contesto sociale reggiano dove tuttavia conducevano come anticipato in premessa una doppia vita: di giorno casa e lavoro e di notte malviventi senza scrupoli. Reggio Emilia, Albinea, Scandiano, Montecchio Emilia, Quattro Castella e Cavriago i comuni dove i malviventi tra il mese di maggio del 2012 e quello di settembre del 2012 hanno imperversato razziando le ville e le abitazioni dei reggiani che vi dormivano all’interno. Non solo le case nel mirino della banda ma anche attività commerciali come la New Bike di Scandiano da dove la notte del 24 maggio 2012 i malviventi fecero un inerente furto di biciclette razziate con il cosiddetto metodo della spaccata. Degli undici albanesi costituenti la cellula reggiana, 5 sono stati arrestati tra ieri ed oggi a Reggio Emilia, tre sono stati raggiunti dalle misure cautelari ( emesse dal gip di Lagonegro Lucia Iodice su richiesta del pm potentino Vittorio Russo) in carcere dove erano detenuti per altra causa mentre altri 3 sono indagati nell’ambito del’inchiesta.