Addio certificati cartacei, nelle stalle i veterinari del servizio pubblico arriveranno “armati” di computer palmare per la rilevazione dei dati di controllo. Risultato: meno adempimenti burocratici e circolazione delle informazioni in tempi rapidi e in modo trasparente, così che il cliente finale possa ricostruire la “storia” di ciò che mangia.
E’ un primo “assaggio” delle novità in arrivo per le aziende agroalimentari modenesi del comparto carni fresche e salumi. A loro, infatti, è rivolto un progetto pilota per la sicurezza alimentare al centro del convegno ‘La sicurezza alimentare nel distretto delle carni‘ che si è svolto ieri all’auditorium Bavieri di Castelnuovo Rangone per iniziativa della Provincia di Modena e dell’Unione Terre di Castelli con la collaborazione dell’Azienda Usl e della Camera di Commercio.
Il convegno è stato l’occasione per avviare la promozione del cosiddetto “distretto delle carni”, ovvero quella parte del territorio modenese compresa tra Castelnuovo, Castelvetro, Formigine e Spilamberto che ospita circa 180 aziende con oltre 4000 addetti e un giro d’affari che non ha eguali in Italia. “Il nostro territorio – ha spiegato il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini – ha visto crescere e consolidarsi un sistema di imprese di rilevanza europea. Ora però, per reggere la sfida dei mercati globali occorre qualificare il comparto e la direzione che pare essere congeniale alla nostra zona è quella della sicurezza alimentare. Abbiamo – ha ricordato – un servizio pubblico di controlli che funziona bene, abbiamo a poche decine di chilometri, a Parma, l’Authority alimentare europea che può costituire un importante elemento di sinergia e non di concorrenza, abbiamo una manifestazione fieristica di settore, “Sicura”, in crescita”.
Il presidente Sabattini ha quindi lanciato la proposta – accolta “con convinzione” dal presidente della Regione Vasco Errani, che ha chiuso i lavori del convegno – di applicare nel distretto modenese delle carni un progetto pilota per la sicurezza alimentare che, dal computer palmare in giù, semplifichi le burocrazie e aumenti le garanzie per il consumatore. Il progetto prevede la collaborazione di soggetti diversi, dall’Ausl alla Camera di commercio, ed è stato impostato con la collaborazione di TeTa, il centro servizi con sede a Parma partecipato, tra le altre, dalla Provincia di Modena. Ma il rilancio del “distretto delle carni” dovrà pensare anche a risolvere un altro problema, sollevato nei loro interventi dagli imprenditori Giovanni Villani e Luigi Cremonini: quello della qualificazione professionale e formazione del personale .
“La sinergia tra soggetti pubblici e aziende private su un obiettivo comune, la sfida della qualità, è la strada giusta” ha concluso Vasco Errani, enunciando i tre impegni sui quali il pubblico può impegnarsi da subito: “ridurre la burocrazia per elevare la qualità dei controlli, lavorare alla creazione di un grande marchio territoriale, investire su ricerca e sapere”.