Aumenteranno dal 1 luglio gli affitti della case popolari passando da una media di 124 euro al mese a circa 143 euro con esclusione delle fasce deboli (pensionati, nuclei con disabili o seguiti dai servizi sociali) per le quali i canoni rimarranno invariati. Lo ha deciso la conferenza dei Comuni modenesi che ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2004 dell’Acer (Azienda casa Emilia Romagna).
Come ha spiegato il presidente dell’Acer Werther Cigarini nella sua relazione il nuovo regime, concordato con i sindacati degli inquilini, aumenta le risorse a disposizione dei Comuni per effettuare interventi di manutenzione e per la costruzione di nuovi alloggi.
Il bilancio di Acer presenta un utile netto di quasi un milione e mezzo di euro che saranno reinvestiti nelle politiche abitative. Lo scorso anno sono stati siglati 541 nuovi contratti di locazione e messi a disposizione 250 nuovi alloggi con un investimento complessivo tra manutenzione e nuove costruzioni di oltre otto milioni di euro.
“Questi risultati – ha sottolineato il vice presidente della Provincia di Modena Maurizio Maletti che ha presieduto l’assemblea – confermano che Acer è un’azienda pubblica economicamente virtuosa in grado di produrre investimenti nonostante il contenimento dei canoni. L’aumento degli affitti avviene sulla base dei criteri stabiliti a suo tempo dalla legge regionale che noi stiamo applicando con estrema gradualità, ponendo grande attenzione per gli assegnatari bisognosi collocati nelle fasce di protezione”.
Dal consuntivo emergono anche i dati sulla morosità che nel 2004 ammonta a circa 800 mila euro. Per contrastare questo fenomeno l’Acer ha eseguito 116 azioni di convalida degli sfratti per morosità di cui 59 si sono conclusi con il recupero integrale dei canoni e delle spese legali, mentre gli utenti sfrattati con l’uso della forza pubblica sono stati 11.
Gli alloggi amministrati da Acer sul territorio modenese sono quasi 6.447 mila; gli inquilini sono quasi 15 mila di cui 2633 stranieri. La proprietà immobiliare passerà da agosto ai Comuni, ma la gestione rimarrà all’Acer sulla base di un accordo con gli enti locali.