La commissione per la Promozione di condizioni di parità tra donne e uomini ha discusso nella seduta di oggi in merito a un’informativa di Rosa Amorevole, consigliere di parità della Regione Emilia-Romagna; erano presenti e sono intervenute anche le consigliere di parità delle Province di Rimini, Ferrara e Ravenna.
Nel dibattito sono intervenuti Andrea Pollastri (Pdl), Franco Grillini (Misto), Luciana Serri (Pd) e Tiziano Alessandrini (Pd); infine, la presidente Roberta Mori ha anticipato l’intenzione di presentare una risoluzione che impegni l’Assemblea e la Giunta – nonché la Conferenza delle Regioni – a premere sul Governo affinché sia posta attenzione al ruolo cruciale svolto dalle consigliere di parità, e vengano garantite le risorse necessarie alla loro attività. Inoltre, anche queste tematiche saranno ricomprese nella proposta di legge quadro, che costituisce la finalità essenziale della commissione.
La consigliera di parità è una figura di pubblico ufficiale, la cui azione è focalizzata all’ambiente di lavoro, per contrastare ogni discriminazione di genere. La legge 215/2012 ha imposto una nuova competenza, introducendo l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di inviare alla consigliera di parità regionale gli atti di nomina delle commissioni di concorso, per un’azione di verifica che può portare all’annullamento dei concorsi.
Orari, rigidità organizzative, mobbing, molestie sessuali, maternità e paternità, allattamento, cura dei disabili e degli anziani: è assai varia la casistica degli interventi operati dalle consigliere di parità, la cui funzione prevalente è di mediazione fra lavoratore e datore di lavoro, cercando soluzioni extragiudiziali.
Oltre che nell’aumento della disoccupazione e della precarietà lavorativa, la crisi economica è leggibile nel diffuso peggioramento del clima aziendale, che crea un facile terreno al diffondersi di comportamenti discriminatori. Nello stesso tempo, l’esperienza delle consigliere di parità evidenzia che vi sono molte sperimentazioni, che presentano una significativa crescita in termini di produttività e un miglioramento del clima organizzativo.
Fra il 2010 e il 2012, anche a seguito della spending review, lo stanziamento ministeriale per l’attività delle consigliere di parità si è ridotto del 75%; davanti alla commissione assembleare, Rosa Amorevole e le consigliere provinciali hanno insistito sulle crescenti difficoltà a far fronte alla mole delle richieste che, soprattutto in questa fase di acuta crisi economica, si scaricano su questa figura di pubblico ufficiale. Si profila, anzi, una situazione critica dalle ripercussione imprevedibili: se gli uffici delle consigliere di parità non sono in grado di rispondere a richieste motivate, si può parlare di interruzione di pubblico servizio?