Legacoop di Reggio Emilia ha terminato la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge popolare finalizzata a favorire l’emersione alla legalità delle aziende confiscate e sequestrate alle mafie. La campagna promossa con lo slogan “Io riattivo il lavoro” è stata organizzata da Libera, Cgil, Arci, Acli, Sos Impresa, Avviso pubblico, Pio La Torre Onlus e Legacoop, tutte associazioni civili ed organizzazioni impegnate da anni nella costruzione della cultura della legalità e in azioni concrete e di contrastato alle varie mafie.
Legacoop ha consegnato in questi giorni al coordinamento provinciale della campagna tutte le firme raccolte dalle sue strutture e cooperative. Dal 21 di gennaio, giorno di inizio della raccolta, le cooperative aderenti a Legacoop Reggio Emilia hanno raccolto direttamente complessivamente 1.100 firme delle quali 754 in provincia e 346 fuori provincia. Sono state raccolte tutte in incontri dove è stata illustrata la proposta di legge ai consigli di amministrazione o alle assemblee.
“L’ottimo risultato – spiega Roberto Meglioli, responsabile rendicontazione sociale di Legacoop – è stato ottenuto coinvolgendo nella firma 42 presidenti o dirigenti di primo piano, 10 consigli di amministrazione, 7 assemblee di bilancio, soci e lavoratori di varie cooperative e in particolare di CIR food, Coopselios Transcoop Coopservice, Coop Consumatori Nordest, Consorzio Quarantacinque, Olmo, Archeosistemi, Lattemilia, Acta e Il Ginepro. Abbiamo inteso, partecipando attivamente alla raccolta, saldare la nostra attività economica e cooperativa con quella investigativa e repressiva portata avanti dagli organi dello Stato. Funzioni – prosegue Meglioli – che hanno bisogno non solo della nostra solidarietà ma soprattutto di una legislazione e di un sostegno adeguato nella quotidiana azione di contrasto”.
“Pensiamo che i 10 articoli della proposta di legge – aggiunge la presidente di Legacoop Simona Caselli – siano utili per consegnare al tessuto sociale locale i beni costruiti o acquisiti con la violenza, la sopraffazione, l’inganno, la frode, la prepotenza, l’usura, il riciclaggio e riequilibrando un tessuto economico soffocato dall’illegalità. Si propongono, con questa nuova legge, azioni utili a non interrompere l’attività aziendale del bene sequestrato, in modo da non depauperarne il valore economico e sociale e dimostrare nei fatti che nella legalità e nel rispetto delle regole si può lavorare con dignità. Ringraziamo le cooperative, i soci, i lavoratori e cittadini che hanno sostenuto con la loro firma questa proposta. Ora è il nuovo Parlamento – conclude Simona Caselli – che dovrà prenderla in esame e votarla. Sarà nostra cura non abbandonarla e sostenerla con una azione di supporto continuo fino all’approvazione”.