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Garante per i minori. Pollastri: “Si punti sulla famiglia per abbattere il disagio”

, “Sostenere l’istituto famigliare e la collaborazione tra gli Enti che si occupano dei diritti dei minori” è l’invito rivolto oggi da Andrea Pollastri (PdL) durante il dibattito, nel corso della seduta odierna dell’Assemblea Legislativa, sulla relazione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Questa figura, da poco istituita, nel 2012 si è occupato di fare la ricognizione della situazione esistente a livello regionale, promuovere presso Enti Locali, Province delle attività e della funzione del Garante, approfondire gli aspetti legati al tutore legale e alla difesa civile dei minori, coordinarsi con le altre Regioni relativamente all’affidamento ai Servizi Sociali, raccogliere segnalazioni di violazioni di diritti individuali e collettivi, partecipare a convegni e seminari regionali e nazionali, produrre documentazione e pubblicazioni sull’apposito sito e fare iniziative presso le scuole in merito ai diritti dei minori.

“L’attività del Garante – ha affermato pollastri – è all’inizio e, per ora, è ancora embrionale, volta soprattutto a farsi conoscere e a conoscere una realtà spesso frastagliata, composta da Enti e Istituzioni i cui ruoli si mischiano e si accavallano, con poca collaborazione tra loro, con poche risorse a disposizione e con dati vecchi, non coincidenti o di difficile fruizione.”

“Dalla relazione – ha sostenuto ancora – emergono alcune problematiche che il centro-destra ha più volte segnalato, trovando l’indifferenza dell’Amministrazione Regionale ma, come è evidente, i nodi vengono al pettine.”

“Se ne segnalano in particolare tre – ha detto -: in primo luogo la sovrapposizione di piani. Già di per sé il Garante deve avere a che fare con una serie di attori diversi, come Organi giudiziari, le forze dell’Ordine e le Amministrazioni Locali, sarebbe auspicabile che almeno queste ultime parlassero un linguaggio comune nella metodologia di affrontare i problemi, nell’elaborazione dei dati e nella definizione degli organi che si debbono occupare delle cose. Invece abbiamo una sovrapposizione di competenze tra Comuni, Unioni, Uffici di Piano, Asp che ingenera solo confusione e sprechi. Sarebbe auspicabile un intervento chiarificatore della Regione, anche per favorire la collaborazione tra Enti e sostenere la messa in pratica della L.R. 14/08 per creare gli organi di coordinamento.”

“Il secondo problema – ha proseguito – risulta dall’integrazione dei minori rom e stranieri: come dimostrano i dati questi sono i principali fattori di problemi per il sistema, al Regione non può quindi, per ragioni ideologiche, far finta di nulla ma deve intervenire con provvedimenti ad hoc miranti, volti a prevenire la creazione del disagio.

Il terzo aspetto, il più importante, riguarda la famiglia. Come ha ben detto il Garante il primo diritto è quello del minore alla famiglia, strumento fondamentale di socializzazione e integrazione del minore nella società. Bisogna quindi investire sulla famiglia e sul rafforzamento di questo istituto: peccato che la nostra Regione abbia un pregiudizio ideologico nei suoi confronti che ha portato a sottovalutarne la portata e i risultati si vedono.”

“Vi è, infine, – ha chiosato – la difficoltà delle scuole, specie quelle dell’infanzia, ad accogliere i minori: come più volte detto all’aumento dei minori non ha fatto da contraltare l’aumento dei posti a disposizione, non per cattiva volontà ma per carenza di risorse degli Enti Locali, è quindi necessario puntare sul privato puntando alla collaborazione sussidiaria, l’esatto contrario di quello che ha fatto sin ora l’Amministrazione Regionale”.

















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