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Corecom Emilia-Romagna, oltre 5 mila le pratiche di conciliazione nel 2012

Nel 2012, sono state oltre 5 mila le pratiche di conciliazione concluse dal Corecom dell’Emilia-Romagna (in gran parte risolte in maniera positiva) per rispondere alle istanze di cittadini che hanno denunciato problemi con i gestori di telecomunicazione (operatori telefonici, del web, televisioni). Un lavoro di conciliazione che, attraverso accordi fra imprese e utenti, ha portato, sommando indennizzi e fatturazioni annullate, alla restituzione nell’ultimo anno di 3 milioni di euro ai consumatori emiliano-romagnoli.

E’ quanto si ricava dalla relazione sull’attività svolta nel 2012 dal Comitato regionale sulle comunicazioni, di cui ha riferito oggi All’assemblea legislativa il presidente, Gianluca Gardini (il cui mandato triennale scadrà a fine mese).

Tra le attività svolte dal Corecom, la funzione di conciliazione, servizio al cittadino e alle imprese previsto da una convenzione con L’Agcom, ha registrato un costante incremento del numero delle pratiche aperte e di quelle risolte positivamente: dalle 990 richieste pervenute nel 2006 si è saliti a 4.623 nel 2012 (550 in più del 2011); le seconde erano 2.969 nel 2008, sono diventate 5.041 nel 2012 (1.525 in più del 2011), con un flusso di circa 3 milioni di euro – sommando indennizzi e fatturazioni annullate – a favore dei cittadini. Sempre a titolo gratuito, l’attività di conciliazione può svolgersi anche a un secondo livello, quando fallisce la procedura consensuale: in questi casi, il Corecom assume provvedimenti decisori, svolgendo una funzione di arbitrato. Nel 2012 si sono abbattuti i tempi di risoluzione delle controversie, annullando l’arretrato accumulato negli anni precedenti. Le conciliazioni concluse con accordo sono circa il 68% del totale, ma se si aggiungono i casi improcedibili e inammissibili o per estinzione della materia del contendere, si sfiora l’85%.

Un’altra importante parte di attività svolta dal Corecom su delega dell’Agcom riguarda il monitoraggio dell’emittenza radiotelevisiva rispetto al rispetto di alcuni principi fondamentali quali il diritto all’informazione, il pluralismo sociale e politico e la tutela degli utenti e dei minori. Nella parole di Gardini, un lavoro “sproporzionato” se si considera che a fronte di quasi 7.000 ore complessivamente dedicate dagli uffici al monitoraggio il numero di procedimenti che si sono conclusi con una segnalazione ad Agcom (alla quale spetta poi l’eventuale funzione di sanzionare le imprese radiotelevisive) è stato di 4 in tutto il 2012. Con l’avvio del digitale terrestre, si è poi moltiplicato il numero dei canali disponibili (oltre 180 nella sola Emilia-Romagna) e un controllo a campione – 10 emittenti per una settimana – appare “sostanzialmente inutile”. Un dato che dovrà costituire un elemento di riflessione – ha detto Gardini – per chi in Regione a breve sarà chiamato a ridisegnare i contenuti dell’Accordo quadro e della convenzione con Agcom. Da tener presente anche l’esigenza di “rivedere le modalità operative per l’esercizio della delega adeguandola alle specificità di un mercato in massima trasformazione”. L’auspicio formulato dal presidente del Corecom è che si creino le condizioni per declinare il monitoraggio della programmazione televisiva in chiave “non solo sanzionatoria, ma di promozione del sistema dell’informazione locale, consolidando il ruolo del Corecom come interlocutore dei operatori ed imprese”.

Altre attività significative del Corecom sono quella del controllo dell’applicazione delle regole della cosiddetta “par condicio”, la tenuta del catasto degli impianti di telecomunicazione, “l’accesso” alle trasmissioni regionali della Rai da parte di associazioni e soggetti collettivi. In quest’ultimo caso, nel 2012 sono pervenute al Comitato 100 richieste, da 33 soggetti diversi, e autorizzate 94 trasmissioni; le domande erano 40 nel 2008, 84 nel 2011.

Il Corecom svolge poi l’istruttoria per l’elaborazione della graduatoria per i contributi (“provvidenze”) alle emittenti televisive locali (DM 292/2004). Il Comitato riceve le domande e verifica la sussistenza dei requisiti (fatturato, personale) per poi procedere all’adozione di una delibera trasmessa al ministero. Per l’ultimo anno completato, il 2010, lo stanziamento relativo alle emittenti emiliano-romagnole ammonta a 5.878.649 euro (sugli oltre 95 milioni complessivi), con 28 televisioni ammesse alla graduatoria.

La gestione del Roc, con l’anagrafe di tutte le imprese di comunicazione attive sul territorio regionale, è finalizzata ad assicurare la massima trasparenza proprietaria e verificare il rispetto della normativa anti-trust. Il totale degli operatori ammonta a 1.269, di cui 398 nella provincia di Bologna (31,4%) e 172 a Modena (13,5%), con un sostanziale equilibrio territoriale fra le altre province, tutte comprese fa il 5,4% e l’8,9%. Qualche altra cifra consente di ricavare una fotografia della realtà regionale: risultano 69 concessionarie di pubblicità, 756 editori cartacei, 129 editori elettronici, 253 fornitori di servizi di comunicazione elettronica (phone center, internet point), 86 imprese di radiodiffusione, 26 operatori di rete, 76 produttori/distributori di programmi.

L’impegno sul versante dell’educazione ai media e per la tutela dei minori ha dato buoni esiti: sono stati realizzati progetti in molte scuole e costruite relazioni con altri soggetti istituzionali.

 

Nel dibattito in Aula, Andrea Pollastri (Pdl) ha ribadito la importantissima funzione che svolge il Corecom e ha invitato a chiarite la posizione della Regione sulle deleghe attribuite al momento del rinnovo della convenzione con Agcom sia per quanto riguarda le controversie che il monitoraggio. In particolare, Pollastri ha richiamato l’attenzione sugli ancora “enormi problemi” di ricezione del segnale televisivo di Rai3 regionale nella provincia di Piacenza su cui ha sollecitato un intervento risolutore.

Soddisfazione arriva da Franco Grillini (Misto) per quanto riferito da Gardini, in particolare per l’attività di conciliazione, “ importante strumento di tutela”, gratuito e a disposizione dei cittadini, a fronte di comportamenti a volte “furbetti” di alcuni gestori di telecomunicazioni, specie se si considera “l’ingorgo della giustizia civile”. Nell’intervento di Grillini anche la segnalazione di alcuni problemi da affrontare: dalla mancanza del segnale di Rai3 in alcune zone della regione al digital divide, e in conclusione l’auspicio che in tema di comunicazione si discuta in Regione di un nuovo ordinamento per il riordino complessivo della materia relativamente a ciò che è di competenza regionale.

Andrea Leoni (Pdl) ha salutato positivamente i dati sulle conciliazioni riscontrando tuttavia una certa carenza di informazione sul servizio, del quale ha sollecitato una maggiore promozione. Tra le perplessità avanzate, l’impiego di due ulteriori collaboratori rispetto all’anno precedente, mentre sulle pubblicazioni curate dal Corecom il consigliere ha rilevato che “ve ne sono alcune positive”, che andrebbero però maggiormente diffuse, come quella che riguarda il corretto utilizzo dei nuovi media e internet da parte dei minori, anziché investire in altre pubblicazioni di “dubbia utilità”, come ad esempio lo studio sull’immagine dei migranti sulle emittenti locali di cui ha criticato l’impostazione. Anche per Leoni occorre poi intervenire per sollecitare la Rai sul problema della ricezione di Rai3.

Da parte di Roberto Corradi (Lega nord) pieno apprezzamento per il lavoro svolto: in particolare per l’incremento della piattaforma informativa e l’azzeramento delle pratiche arretrate, per l’apertura di ulteriori punti conciliativi in videoconferenza da sedi esterne e per la significativa attività nel campo della tutela dei minori. Un settore nel quale – ha detto – “il Corecom dell’Emilia-Romagna si dimostra un centro di eccellenza”. Per il futuro, ha auspicato un riequilibrio delle funzioni in considerazione dei nuovi campi di azione, per valorizzare un ruolo dell’organismo “ricontrattato e ridefinito rispetto al nuovo panorama dell’emittenza profilato dal digitale”.

 

















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