Dal terremoto alle piene. “2012 e 2013 sono due anni particolari che, a memoria d’uomo, hanno coinvolto e in molti casi colpito come non mai i comprensori di Consorzi di bonifica emiliani e le comunità di Reggio e di Modena. Ad Alghero abbiamo avanzato le proposte e le strategie per fare fronte a questi eventi calamitosi”. A parlare è Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, intervenuto ad Alghero, al cospetto di 157 consorzi di bonifica e irrigazione italiani, all’VIII Conferenza organizzativa dell’Anbi.
“Il terremoto – ha spiegato Zani – lascia sul campo ancora problematicità che stiamo affrontando. Ma era urgente lavorare per la mettere in condizioni di sicurezza idraulica il territorio prima che giungesse l’inverno, perché se non lo si fosse fatto…”
Cosa sarebbe accaduto?
“Che ci si è trovati innanzi a una piovosità straordinaria per cui in quattro mesi abbiamo registrato le piovosità di un anno intero. Tutto questo mentre, ancora, molti impianti idraulici erano in condizioni di dissesto”.
Cosa avete fatto pertanto?
“In tempi record abbiamo predisposto, d’intesa con le Regioni, le tre Province, l’Autorità di Bacino per il Fiume Po e la Protezione civile, un Piano di gestione delle piene per riuscire a fronteggiare le piovosità invernali, trovando soluzioni alternative, ma anche ripristinando – grazie a finanziamenti provvisionali della Regione Emilia-Romagna – l’utilizzo provvisorio di alcune pompe dell’impianto di Mondine, uno dei più grandi d’Europa e pesantemente colpito dal sisma: era a rischio crollo. Ma in questo modo abbiamo scongiurato l’allagamento di vaste aree popolate in destra Po”.
“Sempre per le aree di pianura riteniamo che, per quanto riguarda la disponibilità d’acqua, nel periodo siccitoso, occorra da un lato stoccare a monte la risorsa idrica e, per questo, rendere cantierabili i progetti – previsti dal Piano irriguo nazionale – di piccoli e medi invasi che abbiamo già predisposto; dall’altro proseguire con la ristrutturazione della rete, che nel nostro caso ha oltre un secolo, ma anche con tecniche di risparmio (come Irrinet, Irriframe, il Consiglio irriguo) sulle quali siamo ci siamo mossi con celerità”.
E per l’Appennino di Modena e Reggio?
“Ad Alghero abbiamo dato il sostegno al nostro Piano di mitigazione del rischio idrogeologico presentato dall’Anbi che, solo nel nostro comprensorio, comprende oltre 200 progetti per la messa in sicurezza dei versanti, per circa10 milioni di euro di lavori. I Consorzi di bonifica anche in Appennino uniscono la conoscenza del territorio alla competenza tecnica e già nelle settimane passate hanno dato risposte puntali per il mantenimento della percorribilità di diverse strade pubbliche di collegamento o di accesso ad abitazioni isolate, con finanziamenti in proprio. Con la consapevolezza che come a Capriglio di Parma, dinnanzi alle frani di dimensioni immani (è la più grande del continente), l’uomo poco può fare. Ma vorrei fare un appello…”
Dica…
“E’ solo grazie al lavoro di squadra, proseguito e rinnovato ad esempio tra i Comuni e le Bonifiche che si può dare una soluzione concreta ai problemi del territorio”.
“Per la montagna – conclude Zani – penso anche che occorra trovare nuove strade, oltre alla sicurezza idraulica, per mantenere l’uomo sul territorio. E in questo senso gli enti devono intercettare tutti i finanziamenti europei possibili (dalla programmazione rurale ai progetti Life, Progress, Leader…) per soluzioni concrete al tema della vivibilità”.