“Per la Fiom/Cgil di Modena è inaccettabile che si chiuda un’azienda che fa utili come la Modenflex di San Damaso!”. Queste le parole di Fernando Siena funzionario sindacale, che oggi interviene nuovamente, dopo la lettera aperta dei dipendenti cinque giorni fa a uno dei proprietari del Gruppo Interpump Idraulics, il dottor Montipò.
L’azienda infatti mantiene la ferma la decisione di accorpare la Modenflex con lo stabilimento di Hs Penta Srl di Faenza e si rifiuta di fornire al sindacato e ai lavoratori dati ufficiali sulla produttività e redditività dello stabilimento modenese.
La Fiom/Cgil invece ha fatto riclassificare i bilanci dell’azienda degli ultimi 4 anni e ne esce la conferma di un’azienda in ottimo stato di salute!
Sull’ultimo bilancio depositato nell’anno 2011 si rileva l’aumento costante del fatturato che è passato da 5 milioni e 300 mila di euro del 2009, a 6 milioni e 243 mila del 2011.
Il margine operativo lordo è nel 2011 al 17,7%, un dato più che positivo. Il reddito operativo al 15,2% e ciò significa che l’azienda produce reddito!
Inoltre, gli utili realizzati sono intorno al 9,5% del fatturato.
Si rileva una diminuzione dei costi del lavoro che dal 2009 al 2011 passa dal 23,3% al 20,5%.
Tutti gli indicatori di produttività per addetto sono costantemente in crescita nell’arco dei 4 anni.
Dai dati di bilancio si rileva poi il basso livello degli investimenti che dal 2009 al 2011 pesano per soli 24.000 euro!
“C’è da rilevare – aggiunge Fernando Siena – che dal momento dell’acquisto nel 2008 ad oggi, la società Interpump si è ampiamente ripagata i costi di acquisto circa 3 milioni di euro e anche nel 2012 ha conseguito un utile superore al 10% del fatturato”.
Nella stessa nota integrativa al bilancio 2011, gli amministratori della Modenflex scrivono: “la forte attenzione al contenimento dei costi, degli investimenti e del capitale circolante…ha consentito di ottenere un risultato della gestione caratteristica pari al 15% e di incidenza sul fatturato ed un utile netto pari a circa il 10%. Sono risultati particolarmente lusinghieri che, in una situazione di forte instabilità ed incertezza in cui ci troviamo, non possono che sottolineare la bontà delle misure che sono state attuate”.
“Le parole degli amministratori – commenta il funzionario Fiom – confermano l’ottima salute dell’azienda, mentre, per loro stessa ammissione, la mancanza di investimenti rivela l’intenzione in atto da anni di spolpare l’impresa, prenderne il marchio e il portafoglio ordini e spostare la produzione fuori dal territorio”. Ma per i lavoratori della Modenflex il trasferimento a oltre 100 chilometri dall’attuale sede non può essere una prospettiva sostenibile! Una scelta miope che potrebbe disperde elevate professionalità acquisite in decenni di attività nello stabilimento di San Damaso che potrebbe danneggiare le prospettive di sviluppo del progetto industriale.
Senza dire che la Hs Penta di Faenza, con cui si vorrebbe fondere la Modenflex, negli ultimi registra perdite per diversi milioni di euro!
Fiom/Cgil, Rsu e lavoratori chiedono perciò all’impresa un nuovo piano industriale che garantisca la continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento, senza escludere, se necessario, il ricorso a specifici ammortizzatori sociali.