Nella viabilità modenese sta per inserirsi un’ ulteriore restrizione per quanto concerne la mobilità delle vetture. Piazza Roma verrà pedonalizzata.
Ing. Orlandi come vede questa nuova situazione nel cuore della città?
“Da sempre, sia a livello nazionale che in quello delle singole città, l’Automobile Club si è fatto promotore d’ iniziative che tenessero conto di quello che era lo sviluppo ipnotizzato per la mobilità con l’utilizzo delle automobili. Ne abbiamo da sempre “condannato” un uso smodato ed irrazionale che creasse dei problemi sia alla viabilità, sia prestando il fianco per essere l’unica imputata e “vittima scarificale” dell’inquinamento. – commenta l’ing. Angelo Orlandi Presidente di Aci.Modena- In Italia non vi è stata quella lungimiranza, da parte del politici, oserei dire che vi è stata una certa ottusità, per creare quelle infrastrutture che fossero aggiornate allo sviluppo dell’auto sia per la sicurezza sia per la riduzione dei consumi e dei livelli d’inquinamento.”
Piazza Roma pedonalizzata, cosa ne pensa?
“ Ritengo che se si realizza nelle immediate vicinanze un area dedicata al parcheggio, la pedonalizzazione sia condivisibile. Si valorizza il complesso dell’Accademia e si può pensare di realizzare un giardino di fronte al palazzo.”
La scelta del parcheggio interrato, al Foro Boario, non sembra aver trovato l’interesse che ci si aspettava. Nell’effettuare i lavori si sono trovati gli stessi problemi che si erano paventati a suo tempo per il sottosuolo di P.za Roma. I reperti portati in superficie nel centro città non sarebbero stati più appetibili, anche per i turisti, che potevano parcheggiarvi sotto?
“ Non ho dati aggiornati sulle auto in sosta e sugli abbonamenti. Riconosco che sono state prese tutte le iniziative necessarie per favorirne l’utilizzo, collegandolo con il centro tramite un apposito servizio di navette. Ribadisco che, in Italia, è mancata una programmazione delle infrastrutture legate alla viabilità, nei tempi debiti. Non abbiamo saputo fare tesoro di quello che stava, già da allora, succedendo all’estero, per prendere spunto ed aggiornare i nostri certi storici che risalgono almeno la medio evo. Si dovevano far interagire i concetti della viabilità con quelli della sicurezza e nello stesso tempo creare una cultura nell’utilizzo sia del mezzo pubblico sia delle biciclette. Il tutto, sempre, nel rispetto assoluto delle regole presenti nel codice della strada che non deve essere “valido” solo per gli automobilisti”.