Anche The Wall Street Journal (versione europea) parla del Sassuolo calcio e della promozione in seria A con un articolo pubblicato ieri: vi proponiamo una traduzione allegando per i più bravi ed esperti in lingue il link all’articolo originale:
La città di Sassuolo, famosa al mondo per le sue piastrelle ceramiche, è una località della regione Emilia-Romagna di piccole dimensioni, tali che la sua squadra di calcio professionista non può nemmeno utilizzare il proprio stadio. Per le partite di casa il team deve spostarsi nella vicina città di Modena, dove, con una presenza media di 4.000 tifosi, che riempiono a malapena un angolo dell’arena da 20.000 posti.
Ma in questo improbabile angolo d’Italia, la squadra sta facendo i preparativi per il grande giorno. Sassuolo (41.000 abitanti) è in vetta alla classifica di serie B del calcio italiano. Con un’unica partita ancora da disputare, la squadra ha solo bisogno di vincere o pareggiare per ottenere la promozione e giocare nella prossima stagione in serie A.
Juventus-Sassuolo? Oppure Sassuolo-AC Milan?
Non è certo per caso che il Sassuolo si trova in tale posizione. Per tutta la stagione la squadra ha giocato fluidamente ed attaccando- cosa non sempre garantita in Italia, con una difesa ad alti livelli . Con 77 reti segnate in 41 partite, il Sassuolo ha raggiunto un punteggio migliore rispetto alla squadra leader di Serie A, ovvero Juventus con 69 gol in 37 partite.
“Preferisco perdere giocando meglio dell’altra squadra, che vincere giocando peggio”, ha dichiarato il manager Eusebio di Francesco. “Cerchiamo di battere l’avversario con movimenti aggressivi; per questo preferisco la formazione 4-3-3.”
Basandosi meno sul modulo catenaccio, nome dato alla maniera difensiva utilizzata in Italia, e più sul modulo laterale a livello superiore, le squadre di Serie B spesso fanno ricorso al modulo tradizionale con partite più aperte, meno prevedibili. “La Serie B è dura, chiunque può battere chiunque”, afferma Di Francesco.
Il promemoria relativo alle dimensioni del Sassuolo torna ad ogni partita giocata in casa. La cruciale recente partita contro Hellas Verona, squadra al secondo posto serie B, ha attirato solo 3.000 tifosi del Sassuolo –la cui maggioranza sembrava essere composta da famigliari, in contrasto con il vocale supporto del Verona, per lo più maschile. E la città, che storicamente conta sull’industria ed è attraversata da strade piene di incroci, non è nemmeno particolarmente benestante.
Quindi, come avrà fatto il Sassuolo a battere i suoi rivali molto più grandi?
Giorgio Squinzi, amministratore delegato di Mapei SpA, sponsor principale del Sassuolo, ha rilevato la squadra nel 2002, quando giocava in serie D. Mapei, una società-gruppo di collanti di proprietà familiare, per decenni ha sponsorizzato una delle squadre ciclistiche più importanti del mondo ed ha legami storici con i produttori di piastrelle ceramiche di Sassuolo.
Squinzi nominò presidente del club, Carlo Rossi , imponendogli di iniziare a vincere. Squinzi gli disse “investirò più denaro, ma si dovrà vincere'”, ricorda Enzo Bellei, allenatore delle squadre giovani del Sassuolo-parlando nel caffè di fronte alla clubhouse.
Rossi formò un “gruppo” di talento composto da giocatori con esperienza, con più di qualche giocatore preso in prestito dai club più ricchi.
Solo tre giocatori sono nella squadra dai tempi della quarta serie: il portiere Alberto Pomini, il difensore Gaetano Masucci ed il centrocampista Francesco Magnanelli. A questi, Rossi ha aggiunto l’attaccante ghanese Richmond Boakye, in prestito dalla Juventus ed il giovane Domenico Berardi, giocatore “spuntato” dalla squadra “giovani” del Sassuolo che ha giocato nella nazionale Under 19.
E, intenzionalmente o meno, la coordinazione del Sassuolo fù perfetta. Il club iniziò la sua attività frenetica proprio quando le squadre antagoniste in tutta Italia stavano tagliando i costi, in parte a causa dello scandalo di partite truccate 2006 “Calciopoli” ed in parte a causa della crisi economica italiana. Nei due anni successivi il Sassuolo salì alla terza categoria. Nel 2007 assunse un allenatore giovane con qualche “pedigree”: Massimiliano Allegri, che oggi siede sulla panchina del Milan. Allegri ottenne prontamente la promozione del Sassuolo che per la prima volta nella sua storia si qualificò per la serie B del calcio italiano.
Ma la Serie B di calcio può essere un affare “topsy-turvy”, cioè al contrario. Due anni fa, Sassuolo si salvò dalla serie C terza proprio l’ultimo giorno della stagione. Sia nel 2010 che lo scorso anno, la squadra ebbe la possibilità di ottenere la promozione in serie A, ma fu eliminata nella fase playoff, dove i team che raggiungono dal terzo al sesto si affronteranno per un posto-promozione- le prime due squadre si qualificano automaticamente.
Tali perdite hanno talmente sconvolto Squinzi che cercò di vendere la squadra. Siccome ciò non funzionò, tagliò il budget del 25%, vendendo la stella attaccante dello scorso anno. “La filosofia che sta dietro allo spendere è quella di spendere poco, dichiarò Rossi, presidente del club.
Ora, mentre si prepara la vita in Serie A, la questione che si pone alla squadra è come rimanerci; ciò certamente richiederà un cambiamento di tale filosofia. Il direttore sportivo Nereo Bonato ha ribadito che il Sassuolo cercherà di mantenere le giovani stelle Boakye e Berardi, e prenderà a prestito altri giocatori di qualità da grandi club. Non avendo la disponibilità finanziaria per un nuovo stadio, la squadra continuerà a fare da “pendolare” giocando a Modena. È in corso di discussione un servizio di autobus per i tifosi.
Da parte loro, i sostenitori del Sassuolo sono affascinati dalla possibilità di tifare in Serie A. Ha affermato Franco Rognoni, 67 anni tifoso da una vita del Sassuolo: “Sarebbe una cosa dell’altro mondo.”
Testo originale articolo: http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323716304578480952805568148.html